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Ibc: 33mila imprese a rischio tenuta

Gli effetti delle tensioni geopolitiche e pandemia su consumi e aziende

Sono intervenuti durante l'incontro anche Alessandro d’Este, presidente di Ibc e amministratore delegato di Ferrero Commerciale Italia e Marco Pedroni, presidente Adm e presidente di Coop Italia.

Rincari e penuria di materie prime, impennata dei prezzi dell’energia, criticità nella movimentazione delle merci su scala globale mettono a rischio la tenuta delle 33mila imprese che in Italia producono beni alimentari e non food. A lanciare l’allarme è Ibc, associazione industrie beni di consumo, nel corso del convegno “Energie e sinergie per la filiera”, svoltosi oggi a Milano. "Se aggiungiamo la crescita delle 'spese obbligate' delle famiglie, che penalizza il potere d’acquisto con conseguenze negative sulla domanda, potremmo andare verso una grave crisi economica e sociale", ha sottolineato Alessandro d’Este, presidente di Ibc e amministratore delegato di Ferrero Commerciale Italia. "In gioco non c’è solo la competitività dell’industria: tutte le realtà presenti a monte e a valle delle filiere del consumo sono in sofferenza. Le piccole e medie imprese rappresentano l’ossatura della struttura industriale del Paese, assicurando occupazione e redistribuzione della ricchezza. La loro situazione di difficoltà dovrebbe rappresentare un campanello di allarme per l’intera collettività".

Da qui l’esigenza di interventi di breve e di medio termine. L’ambito su cui Ibc ha focalizzato l’attenzione è l’efficienza/efficacia operativa del rapporto con la moderna distribuzione. "Insieme possiamo individuare importanti aree su cui agire, generando riduzioni di costo utili per sostenere i conti di un settore strategico dell’economia italiana", ha sostenuto d’Este. A questa priorità il presidente aggiunge l’esigenza di confrontarsi con il Governo per "evidenziare la posta in gioco e individuare azioni di sostegno efficaci e concretizzabili in tempi ragionevoli". Tra le proposte, sostenute insieme alla moderna distribuzione, ci sono il ripensamento delle aliquote Iva sui prodotti di largo consumo, il calmieramento del costo dell’energia e la stabilizzazione dei prezzi dei carburanti per l’autotrasporto. 

Della stessa idea anche Marco Pedroni, presidente Adm e presidente di Coop Italia, secondo il quale il Governo dovrebbe avere più coraggio sul cuneo fiscale e autorizzare una sospensione temporanea dell'Iva, per affrontare la crisi. "È indispensabile", ha concluso d’Este, "avviare al più presto un ampio confronto, analizzare le dinamiche in cui operiamo e individuare le soluzioni migliori per affrontare una gravissima emergenza, che può pregiudicare il futuro di componenti fondamentali dell’economia italiana e la competitività del nostro Paese". Inoltre, nel suo primo intervento anche Pedroni ha posto l'accento sul problema dei costi: "l’industria è riuscita in buona parte a distribuire i costi sulla distribuzione, ma la distribuzione non li ha trasferiti. E' questo il vero problema. Ma com’è che si trasferiscono dei prezzi senza provocare un disastro all'interno del settore?", ha continuato. "L’attuale scenario indica che la crisi dei consumi non solo è già in corso ma è in progressivo deterioramento in vista della propensione alla ricerca della convenienza da parte dei consumatori che potrebbe impattare negativamente sulle filiere produttive di eccellenza italiane", ha concluso.

Intervenuti alla tavola rotonda anche Maurizio Molinari, direttore la Repubblica; Alessandra Lanza, Senior Partner Prometeia; Davide Tabarelli, presidente Nomisma energia; Nicola Monti, amministratore delegato Edison; Renzo Sartori, presidente Number1 Logistics Group. Le conclusioni sono state affidate a Vannia Gava, sottosegretario ministero Transizione ecologica.

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EFA News - European Food Agency
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