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CLARA MOSCHINI

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Legàmi di vite, in Emilia la svolta green nella viticoltura

Il progetto ha avuto l'ok del Mise, programma di investimenti per 95 milioni di Euro

Si chiama “Legàmi di vite” e non ha niente a che fare con qualche trama psicologica o sentimentale alla Ingmar Bergman. Perché stiamo parlando di qualcos'altro, ossia di un importante contratto di sviluppo green nel comparto vitivinicolo. L’intervento ha ottenuto il supporto della Regione Emilia-Romagna e il coordinamento di Enoteca Regionale ed è arrivato anche l'ok dal ministero dello Sviluppo economico che, per il tramite di Invitalia, ha dato il via a un programma di investimenti per 95 milioni di Euro. 

Obiettivo del progetto è lo sviluppo di una filiera sostenibile e circolare, anche con la messa a punto di un protocollo ambientale. Un nuovo modello virtuoso di integrazione e aggregazione per valorizzare al meglio l’immagine del vino regionale e che si tradurrà in un aumento occupazionale stimato in circa 70 nuove assunzioni. 

Il progetto è stato coordinato da Enoteca Regionale e ha avuto il supporto tecnico della società Artemis e dello Studio Salami: vi hanno aderito le più importanti realtà regionali cooperative. Tra le aziende aderenti al progetto spiccano: 

  • Caviro Extra;
  • Caviro; 
  • Agrintesa; 
  • Cantina Forlì Predappio; 
  • Cantina di Carpi e Sorbara; 
  • Terre Cevico; 
  • Le Romagnole; 
  • Medici Ermete; 
  • Cantine Riunite & Civ.

In tutto sono rappresentative di 12 mila imprese agricole socie, per un totale di 470 mila tonnellate di uva lavorata, pari al 61 % della produzione dell’Emilia-Romagna e di 3.400.000 ettolitri di vino imbottigliato all’anno. Numeri importanti anche dal punto di vista occupazionale, con ben 1.232.000 giornate/lavoro agricolo e con circa 2.800 unità impiegate nelle cantine. 

Tra gli interventi realizzati in Emilia-Romagna c'è la trasformazione di prodotti agricoli del settore vitivinicolo e loro sottoprodotti (67.000 tonnellate/anno derivanti dai processi di vinificazione) in acido tartarico naturale e biocarburanti avanzati. Previsto anche l'efficientamento energetico nei processi produttivi, le riduzioni dei gas effetto serra, la riduzione dell’impatto ambientale dei processi, la realizzazione di sistemi di depurazione delle acque reflue in uscita dagli stabilimenti: parliamo, attualmente, di 560 mila m3/anno di reflui da attività agroalimentare ceduti in depurazione.

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EFA News - European Food Agency
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