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CLARA MOSCHINI

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Per Confeuro un'agricoltura senza pericolosi pesticidi è possibile

Possibile anche produzione uguale o migliore di quella che si avvale di prodotti di sintesi industriale

Un’agricoltura senza pericolosi erbicidi non è solo possibile, ma può arrivare ad assicurare livelli di produzione uguali o migliori di quella che si avvale dei prodotti di sintesi industriale, dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. La conferma arriva dall’ultimo studio triennale realizzato dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, che dimostra come rinunciando all'erbicida più diffuso al mondo, il glifosato, si ottengano rese delle colture paragonabili se non superiori. In sostituzione del glifosato, i ricercatori hanno utilizzato una pianta comune, la veccia, per realizzare una copertura naturale dei terreni che ha protetto il suolo dalle erbacce e fornito al tempo stesso azoto alle coltivazioni.

In una fase in cui l’Europa è tentata di fare marcia indietro sul taglio dei pesticidi, la ricerca di Pisa mostra che la strada è un’altra e percorrerla non equivale certo a un salto nel buio – continua Tiso. È inoltre importante notare come la ricerca scientifica possa e debba approfondire anche le tecniche naturali di coltivazione e non concentrarsi unicamente su nuovi prodotti figli della chimica industriale.

L’innovazione è tale se si sviluppa a 360 gradi e, soprattutto, con modalità che la rendono indipendente dagli interessi dell’agroindustria e delle lobby economiche. La riscoperta e il miglioramento delle tecniche colturali tradizionali possono giocare un ruolo decisivo nella riconversione del primo settore. Per favorire la loro diffusione è necessario mettere in discussione dogmi e credenze ancora troppo radicati e promuovere una formazione mirata già a partire dalle scuole e dalle università di agraria.

red/c - 26550

EFA News - European Food Agency
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