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CLARA MOSCHINI

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Economia circolare, arriva il carburante delle mucche

Azienda agricola del piacentino apre il primo distributore di biogas "home made" per il rifornimento delle auto

Per valorizzare il ruolo dell’agricoltura nella transizione energetica del Paese in un momento di drammatica crisi, arriva il primo carburante green che proviene dall'allevamento delle mucche. Ne dà annuncio Coldiretti in occasione della giornata conclusiva del XX° Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione a Villa Miani a Roma. Il primo distributore di biogas per il rifornimento delle auto è stato realizzato nell’azienda agricola Bosco Gerolo, a Rivergaro, in provincia di Piacenza. L'azienda, perfetto esempio di economia circolare a km zero, pochi mesi fa ha ottenuto dal partner tecnico Bureau Veritas la certificazione di tracciabilità e sostenibilità del biometano prodotto e venduto (vedi notizia In Valtrebbia la prima cascina che produce latte e biometano). 

I liquami e il letame prodotti in stalla dalle mucche, spiega Coldiretti, vengono mescolati ai residui della lavorazione dei cereali per l’alimentazione degli animali, dalla paglia agli stocchi di mais: vengono poi messi a fermentare in un impianto che somiglia a una sorta di grande pentola a pressione. Il gas prodotto viene quindi trasferito in un impianto di upgrading dove viene purificato e stoccato in grandi bombole che alimentano il distributore, capace di fare il pieno a 100 macchine al giorno. Gli scarti, invece, vengono usati per concimare i terreni. 

L’esperienza piacentina, sottolinea la confederazione, è un esempio di come con lo sviluppo del biometano agricolo made in Italy “dalla stalla alla strada” sia possibile arrivare a produrre il 6% del fabbisogno di gas nazionale rispetto all’attuale 3%. Con il Pnrr sono stati stanziati 1,9 miliardi di Euro per gli impianti biogas e biometano: ora è necessario attivare i decreti attuativi, dicono gli esperti, riducendo la dipendenza del Paese dall’estero e fermando i rincari che stanno mettendo in ginocchio le imprese. Attualmente sono oltre 2.000 gli impianti a biogas in Italia di cui l’80% in ambito agricolo, dove sono stati creati 12mila posti di lavoro per investimenti pari a 4,5 miliardi di euro. In questo senso l’agricoltura gioca un ruolo strategico. Partendo, ad esempio, dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare le flotte del trasporto pubblico come autobus, camion e navi oltre alle stesse auto dei cittadini. 

Un aiuto importante potrebbe venire anche dal fotovoltaico pulito ed ecosostenibile, sostiene Coldiretti, senza sottrarre terra alle coltivazioni ma utilizzando solo i tetti proprio delle stalle, oltre che di cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole ma superando a livello europeo il limite dell’autoconsumo come barriera agli investimenti agevolati. Il Pnrr ha stanziato 1,5 miliardi di Euro, di cui il 30% è stato utilizzato con il primo bando: servono ora correttivi per aiutare le imprese a fare questi investimenti e garantire energia al Paese, aggiunge l'organizzazione. Dal prossimo 1° gennaio la normativa europea sugli aiuti di Stato per il settore agricolo consentirà l’incremento delle percentuali di contributo pubblico dalle attuali soglie del 50% per le regioni del Sud e del 40% per il Nord, portando tutto al 65%. Ma ciò va assicurato anche a chi ha fatto già domanda.

“È importante cogliere le opportunità che vengono dall’economia circolare dotando il Paese di una riserva energetica sostenibile attraverso un fotovoltaico intelligente che non consuma suolo fertile e una rete per il biometano", spiega il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. Il presidente sottolinea, inoltre, l’importanza di sbloccare la proroga degli incentivi al biogas e il finanziamento degli impianti che hanno presentato domanda al Gestore dei Servizi energetici per favorire la transizione ecologica, trasformando gli sprechi in energia, e di dire sì al digestato come fertilizzante per evitare di fare un favore alle multinazionali straniere.

 

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