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Il rame negli alimenti non fa male ma attenti alle dosi

Lo sostiene l'ultimo report dell'Efsa che studia le quantità giuste per giovani e adulti

Il rame nell'organismo non fa male. Almeno non più di tanto. Lo dice l'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha reso noti i risultati di una ricerca del Comitato scientifico secondo cui "l'esposizione combinata al rame proveniente da tutte le fonti non pone problemi di salute per la popolazione dell'Ue".

"Il rame -scrive l'authority in una nota ufficiale- è un micronutriente essenziale per tutti gli esseri viventi, compresi gli esseri umani: una quantità eccessiva o insufficiente nella dieta può causare problemi di salute. È naturalmente presente in molti alimenti ed entra nella catena alimentare anche attraverso l'uso di pesticidi biologici e convenzionali, additivi per mangimi e alimenti e come nutriente in alimenti arricchiti e integratori alimentari".

Detto questo, Efsa specifica che "un'eccessiva ritenzione di rame nell'organismo nel corso del tempo potrebbe essere tossica per gli esseri umani, soprattutto per il fegato". Più in dettaglio, però, il Comitato scientifico dell'authority ha concluso che "non si prevede alcuna ritenzione di rame con un'assunzione fino a 5 mg al giorno".

Sempre il Comitato scientifico Efsa ha stabilito che una dose giornaliera accettabile, cioè un livello sicuro di rame nell'organismo è pari a "0,07 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo per la popolazione adulta". Adesso l'agenzia si mette al lavoro per farci sapere quanto potranno ingerire i più giovani di preciso: "i nostri esperti di nutrizione -aggiunge, infatti, l'Efsa- stabiliranno le assunzioni accettabili per i gruppi di età più giovani".

"Per la prima volta, i nostri esperti hanno stimato l'esposizione al rame da tutte le fonti alimentari e non. I livelli di fondo di rame presenti in natura negli alimenti e negli ingredienti alimentari contribuiscono in modo significativo all'assunzione. Tuttavia, il contributo di pesticidi, additivi per alimenti e mangimi o fertilizzanti è trascurabile".

Secondo l'Efsa, quelli che corrono meno pericoli di tutti dall'ingerire rame sono i neonati e i bambini piccini: essi, infatti, sono particolarmente esposti di per sé a ingerirlo, visto che il latte in polvere, per esempio, "contribuisce in modo significativo all'esposizione alimentare al rame nei neonati e nei bambini": tuttavia, sostiene l'authority, "non si prevedono effetti avversi, dato il loro maggiore fabbisogno di nutrienti per la crescita".

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EFA News - European Food Agency
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