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CLARA MOSCHINI

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Allevamenti senza gabbie? Al consumatore importa poco

Il 55% dei clienti baderebbe solo al prezzo; i produttori invece solo ai ricavi

In Europa è una delle nuove frontiere del cibo sano che l'Ue, o meglio ancora l'Efsa, sta proponendo come una bandiera. È di pochi giorni fa la notizia che l'Autorità europea sulla sicurezza alimentare ha in mente di evitare la pratica della mutilazione, la restrizione alimentare e l'uso di gabbie pur di migliorare il benessere dei polli da carne e delle galline ovaiole d'allevamento (vedi EFA News dal titolo Stop alle mutilazioni e alle gabbie per i polli europei?)- Lo stesso tema, oltreoceano, sembra non dare adito a grandi levate di scudi, se non per le perdite che può generare nel business.

Uno studio statunitense che analizza le prospettive dei produttori e dei consumatori in merito alla transizione verso l'allevamento senza gabbie negli Stati Uniti, ha infatti prodotto un risultato abbastanza preoccupante: i consumatori yankee sono indifferenti a queste tematiche. La ricerca identifica le sfide della conversione all'allevamento senza gabbie che l'industria delle uova Usa deve affrontare in relazione ai costi, alla costruzione, alla mancanza di domanda da parte dei consumatori e alla percezione che consumatori e produttori hanno della transizione.

Ebbene, la ricerca dimostra che i consumatori sono concentrati su ben altri aspetti: il 55% è motivato principalmente dal prezzo e non discrimina tra uova in gabbia e uova senza gabbia nel negozio di alimentari. Il 56% dei consumatori, inoltre, non sa se il proprio negozio di alimentari ha preso un impegno per l'allevamento senza gabbie e solo il 19% ritiene che si sia preso l'impegno.

Dal punto di vista dei produttori, la musica non cambia più di tanto. O meglio: ai produttori, di fatto, interessa solo che i ricavi degli allevamenti senza gabbie siano in media dell'8% superiori a quelli dei sistemi convenzionali. Punto. Anche perché stimano che i costi siano superiori, in media, di una forbice tra l'8% e il 19%: ciò è dovuto principalmente ai costi aggiuntivi di manodopera e capitale. E anche se ritengono che la produzione senza gabbie rappresenterà il 51% della produzione totale di uova negli Stati Uniti entro il gennaio 2026. i produttori si dichiarano più propensi a passare alla produzione senza gabbie solo quando saranno disponibili contratti cost-plus e con livelli di ritorno sugli investimenti più elevati.

"Questa ricerca conferma ciò che i produttori di uova sapevano: la transizione all'allevamento senza gabbie è estremamente costosa, richiede anni per essere attuata e deve essere realizzata in collaborazione attiva con i clienti al dettaglio -spiega Chad Gregory, presidente e amministratore delegato della cooperativa agricola United Egg Producers-. Inoltre, lo studio fa luce su una delle sfide più grandi: il fatto che gli acquirenti di generi alimentari non capiscono le scadenze della transizione e in gran parte non sono disposti a pagare i premi necessari per rendere le transizioni economicamente vantaggiose per gli allevatori di uova e i loro clienti al dettaglio".

Nonostante tutto, però, la catena di fast food Dairy Queen si è impegnata a rifornirsi di uova e ingredienti a base di uova al 100% senza gabbie in tutti i negozi del mondo entro il 2025. La catena ha oltre 6.800 ristoranti in 20 Paesi, tra cui più di 1.100 negozi in Cina, 500 in Thailandia, 100 in Messico e quasi 100 nelle Filippine.
Secondo l'impegno di Dairy Queen, il 67% delle uova in guscio, delle uova liquide e degli ingredienti proprietari che contengono uova negli Stati Uniti sono stati convertiti in prodotti senza gabbie o sono stati riformulati per eliminare le uova come ingrediente. Tornando allo studio di cui abbiamo parlato, è importante notare che l'impatto del prezzo delle uova senza gabbie sui consumatori al ristorante è diverso rispetto a quello del negozio di alimentari: mentre è probabile che i consumatori notino il prezzo più alto di una dozzina di uova senza gabbia mentre fanno la spesa, è meno probabile che sentano gli effetti dell'acquisto di un pasto in un fast-food che ha utilizzato uova o prodotti senza gabbia come ingrediente.

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EFA News - European Food Agency
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