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CLARA MOSCHINI

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Liguria, via alla caccia grossa al cinghiale

Inizia la stagione venatoria ma i cacciatori non imbracciano la doppietta se non viene tolto il divieto di autoconsumo delle carcasse degli ungulati uccisi

In Liguria ha preso il via sabato scorso 1° ottobre la caccia ai cinghiali. L’invasione degli ungulati in città ha avuto un effetto immediato: la quota dei cinghiali abbattibili fino a gennaio 2023 è aumentata dell’80% rispetto al 2021. Quest’anno, infatti, ne potranno essere cacciati 35.451, mentre l’anno scorso erano 23 mila: poco meno di 20 mila erano stati abbattuti. Secondo quanto riporta Il Secolo XIX, della caccia grossa si occuperanno 8.297 cacciatori, 3.600 in provincia di Genova, 4.700 nelle altre tre province liguri. Questo in teoria, visto che quest’anno la stagione è condizionata dalla peste suina africana che riduce le zone cacciabili, limitate a quelle dove ci sono stati casi di infezioni accertate. 

Proprio questo sta scatenando polemiche e ritorsioni. La disciplina generale ha, infatti, provocato la reazione di tanti cacciatori che, tra Savona e Genova, hanno già annunciato di non voler sparare: le regole che Stato e Regione hanno stabilito prevedono, infatti, che i cacciatori non possono avere la disponibilità degli animali che abbattono, con tanto di divieto di autoconsumo delle carni e obbligo di incenerire gli esemplari uccisi anche quando sono sani. Da qui è partita la protesta di 34 squadre dell’ambito di caccia savonese, seguita da una presa di posizione scritta di Gianni Oliveri, presidente A.t.c. (Ambito territoriale di caccia) Genova1 Ponente.

"Quello che Stato e Regione chiedono ai cacciatori è di fare qualcosa di preminente pubblico interesse che con la caccia non ha nulla a che fare -spiega Oliveri-: Viene chiesto di abbattere animali dei quali Stato e Regione decidono di conservare la disponibilità. Noi avevamo chiesto di avere almeno la possibilità dell’uso alimentare dei cinghiali non infetti, ma questa circostanza è stata negata nella Zona 2, la più popolata, e la deroga non è mai arrivata. Nessuno andrà a caccia a queste condizioni". 

Da parte sua la Regione ha approvato poco prima che iniziasse la stagione, le misure di biosicurezza che non hanno contribuito a chiarire la situazione. "Abbiamo ufficializzato le misure per la gestione delle carcasse dei cinghiali abbattuti -sottolinea l'assessore regionale all'Agricoltura Alessandro Piana-. Era l’unico modo per rendere possibile la stagione venatoria senza allentare sulla sicurezza sanitaria".

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EFA News - European Food Agency
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