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CLARA MOSCHINI

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Granarolo e Cgbi insieme per l'energia pulita

Il progetto "Biometano di filiera" realizzerà 10 nuovi impianti in tre anni: investimento da 70 milioni

Produrre 30 milioni di metri cubi di biometano agricolo all’anno evitando l’emissione in atmosfera di 60 mila tonnellate di CO2 e allo stesso tempo mettere sul mercato circa 500 mila tonnellate annue di fertilizzante rinnovabile o digestato, ossia ciò che rimane lungo il processo di produzione del biometano. È questo l'obiettivo fissato al 2025 dal Gruppo Granarolo e dalla Confederazione dei bieticoltori-Cgbi, gruppo al vertice del comparto italiano dell’energia rinnovabile con 23 impianti biogas realizzati e oltre 200 gestiti in service. 

L'annuncio arriva con il lancio di “Biometano di filiera”, progetto in ottica di sostenibilità ed economia circolare che vedrà la realizzazione di dieci nuovi impianti di biometano nell’arco di tre anni: gli impianti saranno dislocati in Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Puglia. Parte di questi impianti, il cui investimento totale è di 70 milioni di Euro, verrà finanziato attraverso il Pnrr, mentre la gestione sarà affidata a società agricole consortili costituite dai soggetti promotori.

Lo scopo del progetto è quello di ottenere energia pulita, ridurre i costi di trasformazione del latte e produrre fertilizzanti, in un momento di grande difficoltà in cui versa il mondo degli allevatori, con i prezzi alle stelle per energia, mangimistica, altre competenze e la gestione quotidiana delle aziende agricole. In questo scenario il Gruppo Granarolo, la più grande filiera italiana del latte, e Cgbi hanno deciso di unirsi nel segno di una partnership che spazia dal nord al sud dell’Italia per dare una risposta e un aiuto concreto al caro energie di cui tutti, imprese e famiglie, siamo vittime.

"Da tempo abbiamo intrapreso un percorso per ridurre il nostro impatto sull’ambiente -sottolinea il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari-. I nostri soci-allevatori sono chiamati a giocare un ruolo rilevante nella transizione sostenibile: questa partnership con una realtà che negli anni ha maturato una grande competenza, partendo dal mondo agricolo, ci permetterà di dare vita a un’esperienza virtuosa di economia circolare, producendo energia per alimentare il processo produttivo, sia in stalla sia in stabilimento".

"Produrremo, al contempo -aggiunge Calzolari-, fertilizzante organico in un momento in cui l’attenzione alla sostenibilità diventa una priorità assoluta mentre il concime in commercio ha raggiunto quotazioni pari a +87% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Puntiamo a diventare autosufficienti sul piano energetico, eliminando CO2 dal territorio e ottimizzando la gestione agronomica dei terreni, con un notevole risparmio di costi e una miglior qualità del prodotto".

Nello specifico, in ogni nuovo impianto di biometano Granlatte, la più grande cooperativa d’allevatori d’Italia, che controlla Granarolo, conferirà reflui zootecnici come letami e liquami forniti da alcuni dei propri soci-allevatori nei territori di Lombardia, Friuli e Puglia. Dal canto suo Granarolo destinerà scarti della lavorazione del latte come resi da mercato e sottoprodotti (siero e scotta) dai propri stabilimenti di Pasturago di Vernate (Milano), Usmate Velate (Monza Brianza) e Ramuscello (Pordenone).

La Confederazione dei bieticoltori provvederà al recupero di seminativi, colture di secondo raccolto e sottoprodotti agricoli attraverso i propri soci delle cooperative del Nord Italia. Per un singolo impianto di dimensioni medie, si stima di produrre 3.000.000 metri cubi di biometano, con un risparmio previsto di CO2 di circa 6.000 tonnellate, e 50.000 tonnellate di digestato. 

"Il progetto con Granarolo si aggiunge agli altri due già avviati con Coprob-Italia Zuccheri e con Fruttagel per contrastare la crisi energetica ed efficientare la produzione alimentare, sostituendo una quota importante di gas russo con il biometano ottenuto dai nuovi impianti -spiega Gabriele Lanfredi, presidente della Confederazione dei bieticoltori-Cgbi, che rappresenta nelPaese oltre 5.200 aziende agricole e zootecniche-. Le energie rinnovabili sono il presente su cui investire, per raggiungere l’autonomia energetica e risparmiare sulla bolletta di luce e gas dando un valore economico-ambientale ai sottoprodotti agricoli e agroindustriali".

fc - 26904

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