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CLARA MOSCHINI

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Greenitaly 2025: focus sui Piani del Verde (che scarseggiano)

Un talk sugli ecosistemi urbani alle Fiere di Parma

Le professioni del verde sono sempre più una leva strategica per la sostenibilità urbana, la salute pubblica, la qualità della vita. A Greenitaly 2025, il salone  in programma a Fiere di Parma il 15 e 17 ottobre, questo cambio di paradigma sarà al centro del dibattito. Competenze, formazione e nuovi profili professionali richiesti dalla transizione ecologica e paesaggistica sono protagonisti nella sezione Green4job, che sarà anche un vero e proprio spazio di matching tra offerta e domanda di lavoro, pensato per favorire l’incontro tra imprese alla ricerca di profili specializzati e studenti formati nei nuovi percorsi green. Un’occasione concreta di condivisione, orientamento e supporto attivo al mondo del lavoro verde.

Uno scenario quello della  progettazione e gestione del verde urbano che presenta un quadro frastagliato. Secondo il rapporto Ispra 2024, solo 9 capoluoghi su 116 hanno adottato un Piano del Verde, e meno della metà dispone di un Regolamento aggiornato. Il verde, troppo spesso, resta affidato a interventi episodici, privi di visione strategica e continuità. A mancare, oltre agli strumenti amministrativi, sono le figure tecniche specializzate: professionisti in grado di valutare il suolo come risorsa ambientale, progettare spazi verdi come infrastrutture ecologiche, gestire la manutenzione con competenze agronomiche, paesaggistiche e ambientali. Temi protagonisti del talk “Ecosistemi urbani: la vegetazione come motore di sostenibilità”, organizzato in collaborazione con Aiapp – Associazione Italiana Architettura del Paesaggio, che metterà a fuoco il ruolo strategico del verde nelle politiche urbane e la necessità di rafforzare le competenze tecniche alla base della transizione ecologica delle città.

Ed è proprio questa mancanza ad aprire spazio a nuove figure, nuove specializzazioni, nuove opportunità. Giardinieri esperti in alberature complesse, progettisti di green roofs, arboricoltori, agronomi urbani, esperti in suolo e biodiversità, tecnici del paesaggio con competenze Gis e digitali. Accanto a queste, emergono anche profili ibridi come il Garden Coach, che affianca privati e amministrazioni nella scelta consapevole delle piante e nella gestione sostenibile degli spazi verdi; il Green & Garden Manager, figura gestionale con competenze tecniche, progettuali e logistiche; e l’Urban Farming Specialist, che sviluppa orti e sistemi di agricoltura urbana integrati con il tessuto cittadino.

Un cambiamento che riflette anche una tendenza socio culturale già in atto. Sui social, l’hashtag #PlantTok conta oggi oltre 740mila contenuti pubblicati, a conferma dell’interesse crescente per il mondo delle piante tra le nuove generazioni. Si moltiplicano community come #plantparent, #plantmom, #plantdad, che raccontano un rapporto affettivo con il verde, simbolo di una nuova sensibilità ambientale. Accanto a questo trend, si muove il fronte della formazione. Oggi in Italia si stanno attivando gli Its (istituti tecnici superiori), si moltiplicano i master post-laurea sulla progettazione ecologica e si sperimentano moduli europei sulle infrastrutture verdi urbane.

Negli ultimi anni, grazie a fondi europei, alcune regioni hanno avviato corsi per giardinieri d’arte, figure intermedie tra il tecnico del verde e il conservatore, capaci di leggere un paesaggio storico e intervenire con rispetto e competenza. Accanto a questi percorsi, si stanno sviluppando anche iniziative private come quelle promosse da Italian Design Institute, che ha dedicato un’intera area alla formazione green. A livello europeo, progetti finanziati da Erasmus+, Horizon ed Eit Urban Mobility stanno già formando giovani in gestione del verde urbano, tetti verdi, drenaggio sostenibile e rinaturalizzazione urbana.. A livello europeo, progetti finanziati da Erasmus+, Horizon e Eit Urban Mobility stanno già formando giovani in gestione del verde urbano, tetti verdi, drenaggio sostenibile, rinaturalizzazione urbana.

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