It does not receive public funding
Editor in chief:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Caro-energia, Granarolo e Lactalis vogliono interventi del Governo

Le due aziende si accordano per contrastare i rincari: per il latte si parla di 2 Euro al litro

Il gruppo Granarolo e il gruppo Lactalis in Italia, superano i consueti antagonismi di mercato e, insieme, pongono all’attenzione del Governo la forte preoccupazione per l’inflazione galoppante. Un problema che da ormai 12 mesi colpisce l’agroalimentare italiano e in particolare il settore lattiero caseario. Occorre, secondo le due aziende, un intervento pubblico che scongiuri conseguenze ancora più disastrose perle migliaia di imprese che compongono la filiera.

Nonostante entrambi i gruppi abbiano assorbito autonomamente un’inflazione che oscilla tra il 25% e il 30%, dalla primavera il prezzo del latte per il consumatore è cresciuto raggiungendo 1,75/1,80 Euro al litro e potrebbe aumentare ulteriormente entro dicembre 2022. Addirittura, tra gli addetti ai lavori, c'è chi sostiene che di fronte all'incremento dei costi energetici, il prezzo del latte potrebbe superare i 2 euro al litro. 

"In questo drammatico frangente, come imprenditori abbiamo messo da parte le rivalità di mercato ed abbiamo unito il nostro appello al mondo politico per ribadire la necessità di intervenire responsabilmente a tutela dell’intera filiera e del consumatore”, spiega Giovanni Pomella, ad di Lactalis in Italia. 

“Ad oggi l’inflazione ha portato a un aumento di listino del 23/24% ma i costi energetici continuano a crescere in misura esponenziale -sostengono all'unisono Pomella e il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari-. Chiediamo un provvedimento transitorio per contenere un aumento dell’inflazione scatenato prevalentemente da questioni geopolitiche e da evidenti fenomeni speculativi. Si rende necessario un intervento urgente del Governo”. 

Secondo gli imprenditori è impensabile che un alimento primario e fondamentale nella dieta italiana possa subire una penalizzazione così forte da comprimerne la disponibilità di consumo. Eppure l’inflazione ha toccato quasi tutte le voci di costo che compongono la filiera del latte: alimentazione animale (aggravata dalla siccità che riduce sia i raccolti degli agricoltori sia la produzione di latte) che ha reso necessario un aumento quasi del 50% del prezzo del latte riconosciuto agli allevatori; packaging, con carta e plastica in aumento costante da mesi; ulteriori componenti impiegati nella produzione di latticini. 

“Per quanto concerne la sola energia, se non avviene un’inversione di rotta, si tratta di una inflazione del 200% nel 2022 rispetto al 2021 e un rischio di oltre il 100% nel 2023 rispetto al 2022 -spiega il presidente di Granarolo, Calzolari-. È insostenibile anche da parte di una grande azienda, dal momento che si protrae nel tempo e che se fosse scaricata tal quale sul mercato colpirebbe significativamente i nostri consumatori e avrebbe inevitabili conseguenze sui consumi, con ricadute negative su tutta la filiera”.

“L’aumento del costo energetico sulla nostra organizzazione ha generato un impatto devastante - gli fa eco l'ad di Lactalis Italia, Pomella-. Parliamo di un+220% di spesa registrato nel 2022 rispetto al 2021, e una stima di un +90% nel 2023 rispetto al 2022. Le imprese sono allo stremo, hanno già fatto ben oltre le loro possibilità ed è arrivato il tempo della responsabilità pubblica". 

fc - 26326

EFA News - European Food Agency
Similar