75 anni e non sentirli. Nel segno della creatività, dell’innovazione e del saper fare bene italiano. Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, ha festeggiato a Roma con una serata ad hoc i 15 lustri di attività. 

Visto che dal secondo dopoguerra ad oggi chinotti, spume, cedrate, gasose e acque toniche sono diventate parte integrante dello stile di vita e del tempo libero degli italiani. 

“75 anni sono un traguardo importante che sottolinea quanto le aziende del settore siano attive come comunità, unite nel custodire e promuovere ricette della nostra tradizione”, ha dichiarato il Presidente di Assobibe, Giangiacomo Pierini. “Il comparto rappresenta imprese di ogni dimensione, medie e piccole, localizzate su tutto il territorio nazionale che contribuiscono a valorizzare il nostro paese portando le eccellenze del Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo”. 

Una serata non solo per soffiare sulle candeline. Ma anche per celebrare “le persone che ogni giorno e a vario titolo mettono tutta la loro passione, il know how e le competenze per dare vita prodotti unici”.

Con 100 stabilimenti (42% nel nord ovest, 28% al nord est, 16% nel sud e nelle isole, 11% al centro), 80mila occupati, ognuno dei quali genera 14 posti di lavoro indiretti (3 a monte e 11 a valle), il mercato delle bevande analcoliche vale 4,9 miliardi di euro,con un export pari a 421 milioni (dati Trade Lab).

Riguardo la filiera, il valore dell’acquisto di materie prime italiane ha toccato nel 2019 gli 1,4 miliardi di euro, con il 50% di frutta e agrumi di provenienza nazionale, così come la quasi totalità del packaging.

Nel corso della serata è stato presentato libro “L’industria e la filiera delle bevande analcoliche: storia e futuro di un’eccellenza italiana”, volume che racconta i 75 anni dei soft drink italiani, attraverso immagini contemporanee e d’epoca ormai entrate nella memoria collettiva nazionale. “E’ un omaggio” ha sottolineato Pierini, “a tutti quegli imprenditori visionari e coraggiosi, a quei manager, impiegati, operai, venditori, responsabili della sicurezza e della qualità che sono stati, sono e saranno l’industria delle bevande analcoliche in Italia”.