It does not receive public funding
Editor in chief:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Ecomondo, tutte le novità della 27a edizione alla Fiera di Rimini (ampliata)

Blue economy business da 70 mld e green deal al centro dei dibattiti della kermesse di Ieg dal 5 all'8/11

Torna alla Fiera di Rimini dal 5 all'8 novembre prossimo, per la sua 27esima edizione, Ecomondo 2024, fiera annuale leader nei settori della green and circular economy e punto di incontro e di dialogo tra industrie, stakeholder, policy maker, opinion leader, autorità locali, mondo della ricerca e delle istituzioni. Un melting pot che mette a sistema gli elementi chiave che definiscono le strategie di sviluppo della politica ambientale dell’Unione Europea. Sostenibilità e transizione ecologica sono temi strategici per la competitività delle aziende italiane tanto che saranno al centro del dibattito dell'edizione organizzata da Italian Exhibition Group (IEG). Per l'occasione il layout espositivo della Fiera di Rimini si rinnoverà e si amplierà: ci saranno due nuovi padiglioni, che debutteranno proprio a Ecomondo, per una superficie espositiva di 137mila metri quadrati (leggi EFA News).

Se quella del 2023 è stata un’edizione da record, per il 2024 ci sono tutti i presupposti per avere numeri significativi: d'altra parte nel 2023 l’export italiano ha superato 660 miliardi di Euro, con un traino proprio dal segmento della sostenibilità e per quest’anno le previsioni parlano di un ulteriore incremento del 10% e del 14,1% in media nel prossimo biennio.

Nonostante le critiche in arrivo dal governo italiano, Ecomondo 2024 si conferma un evento dalla vocazione internazionale con al centro del dibattito le policy del Green Deal Europeo. Sono attese delegazioni di 120 paesi, 60 associazioni internazionali di settore e sono state attivate collaborazioni con oltre 100 riviste specializzate estere. Le best practice “Made in Europe” saranno quindi il cuore dell’evento.

Ci sarà poi occasione per guardare alle sfide di sostenibilità e quelle allo sviluppo socioeconomico “green” del continente africano: tra queste il Piano Mattei del Governo italiano che mira a rafforzare il partenariato tra l’Italia e i Paesi Africani con un investimento di 5,5 miliardi di Euro. In fiera ci sarà l’occasione per capire quale potrebbe essere il ruolo strategico dei privati e quali opportunità potrebbero scaturire dai cinque pilastri fondativi: istruzione, salute, agricoltura, acqua ed energia.

Il percorso espositivo sarà strutturato su sei macro aree:

  1. waste as resource;
  2. water cycle & blue economy;
  3. circular & regenerative bio-economy;
  4. bio-energy & agroecology;
  5. sites & soil restoration;
  6. environmental monitoring & control.

Ci saranno cinque i distretti espositivi dedicati a progetti rivolti alle industries verticali: il Textile district, il Paper district, l’area Blue economy, l’Innovation district dove sono attese 30 start up nell’area Start-Up & Scale-Up e il progetto Green Jobs & Skills, che si rivolgerà anche al mondo dei giovani e della Gen Z.

Non mancheranno i temi di più grande attualità come Big data, intelligenza artificiale e sistemi predittivi per la transizione ecologica e la gestione degli effetti del cambiamento climatico. Accanto a questi si discuterà di New Space economy per la sorveglianza ambientale e l’osservazione terrestre e di Agricoltura 4.0.

Ricco il programma di conferenze, seminari ed eventi, coordinato dal Comitato Tecnico Scientifico, che toccherà diverse tematiche tecnologiche, normative e di mercato. Infine, a Ecomondo 2024 andranno in scena anche quest’anno gli Stati generali della Green Economy, organizzati dalla Fondazione sviluppo sostenibile, promossi dal Consiglio nazionale della Green Economy, in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

Blue economy

Uno dei temi al centro dei dibattiti sarà quest'anno la Blue economy. D'altronde, con oltre 7.500 km di costa, l'Italia ha il potenziale per essere un leader globale nella Blue Economy, che contribuisce con circa 70 miliardi di Euro all'economia nazionale e impiega oltre 400.000 persone, secondo i dati dell’ultimo rapporto Ue. Un settore, questo, che valorizza le risorse marine e costiere in modo sostenibile, offrendo materie prime, energia, cibo e turismo, contribuendo alla conservazione della biodiversità.

La Blue Economy o Economia del Mare comprende settori tradizionali come pesca, acquacoltura, trasporto marittimo e turismo costiero, e settori emergenti come energie rinnovabili marine, come l'energia eolica offshore e biotecnologia blu, robotica e intelligenza artificiale. I settori abilitanti includono porti, reti di comunicazione, formazione e istruzione, governance e pianificazione marittima. Il turismo costiero e marittimo, in particolare, si conferma un settore di grande rilievo per l'occupazione, seguito dalla pesca e dall'acquacoltura, dove la gestione sostenibile delle risorse è cruciale.

"La Blue Economy -spiega Alessandra Astolfi, direttore divisione Green & Technology di IEG- è vitale per il nostro futuro sostenibile, gli investimenti in tecnologie a basse emissioni e la gestione sostenibile delle risorse marine sono cruciali per mantenere e ampliare il suo impatto positivo". Ad oggi Liguria e la Sicilia si distinguono in Italia per la Blue Economy: la Liguria, grazie alla cantieristica navale e alla rete portuale, registra un fatturato annuale di 5 miliardi di Euro, la Sicilia, sostenuta dal turismo e dal trasporto marittimo, segue con 4,5 miliardi di Euro.

Oltre a Liguria e Sicilia, anche regioni come Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Veneto rappresentano poli significativi nella Blue Economy italiana, ciascuna con un fatturato che si avvicina o supera 3 miliardi di euro distinguendosi per la solida infrastruttura portuale e il turismo marittimo. Altre regioni contribuiscono in modo rilevante, ma con fatturati inferiori: Sardegna (2,9 miliardi di Euro), Friuli-Venezia Giulia (2,7 miliardi), Calabria (2,4 miliardi), Lombardia (2,2 miliardi), e Piemonte (2 miliardi di euro). 

Globalmente, la Blue Economy vale circa 1.300 miliardi di Euro e si prevede che possa raddoppiare entro il 2030. In Europa, genera circa 665 miliardi di Euro di fatturato, rappresentando il 5% del pil dell'Ue, e crea quasi 5 milioni di posti di lavoro. L'Italia, insieme a Spagna e Grecia, è tra i principali paesi per posti di lavoro nel turismo costiero e ha una forte presenza nella pesca e acquacoltura.

Fc - 43271

EFA News - European Food Agency
Related
Similar