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CLARA MOSCHINI

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L'Università di Edimburgo ha scoperto la plastica "intelligente"

Una startup dell'ateneo scozzese sviluppa la plastica che si autodistrugge in mare e in discarica

Una start-up dell'Università di Edimburgo in Scozia, E.v.a.. Biosystems, ha sviluppato una nuova plastica “intelligente” per combattere l'inquinamento degli oceani: si autodistrugge, infatti, negli ambienti marini senza generare microplastiche. Di fatto, è quersta la mission di E.v.a Biosystems startup fondata nel 2021 da Alexander Speakman, PhD, che "mira a realizzare biomateriali adattivi compatibili con la produzione, in grado di produrre biofiltri avanzati per legare molecole altamente specifiche, con l'obiettivo finale di sviluppare imballaggi in grado di percepire l'ambiente circostante e di degradarsi solo in discarica o in acqua di mare".

Ebbene, l'ultima innovazione della startup si è recentemente aggiudicata il primo premio nella categoria Net Zero ai Converge Awards, i premi giunti alla 15a edizione che celebrano "l'innovazione e l'ispirazione" di cui sono portatrici le "migliori menti" delle università scozzesi. Lo scopo del concorso è quello di "sostenere la creazione di nuove imprese che portino sul mercato idee innovative sviluppate dalla comunità di ricerca scozzese". Il progetto di E.v.a. Biosystems evidenzia, nella motivazione del premio, "il suo potenziale impatto sull'industria alimentare e delle bevande in un contesto di crescente controllo delle pratiche di sostenibilità".

Secondo la giuria del premio che spiega in poche parole il progetto, "E.v.a. Biosystems sviluppa plastiche per imballaggi selettivamente degradabili integrando costrutti biologici sintetici:iqueste plastiche rilevano l'ambiente in cui si trovano, come l'acqua di mare o la discarica, e si degradano di conseguenza. Questo approccio mira ad affrontare l'inquinamento preservando i benefici della plplasti"a.piu in dettaglio, la tecnologia della start-up integra speciali batteri nelle plastiche convenzionali: questi batteri sono in grado di rilevare l'acqua di mare e di attivare gli enzimi per scomporre la plastica, attenuando di fatto i rischi ambientali posti dai rifiuti plastici tradtradizionali.

L'approccio della startup scozzese potrebbe essere apprezzato soprattutto ai produttori di alimenti e bevande, sempre più sollecitati ad adottare soluzioni di packaging sostenibili. Lo sviluppo della startup, tra l'altro, arriva in un momento in cui il settore alimentare e delle bevande è sotto esame per il suo impatto ambientale, in particolare per quanto riguarda la plastica monouso: gli operatori del settore sono sempre più alla ricerca di alternative in linea con la domanda di sostenibilità dei consumatori. 
In quest'ottica la tecnologia di E.v.a. Biosystems potrebbe rappresentare un'opzione valida per le aziende che desiderano migliorare le proprie credenziali ambientali senza sacrificare le prestazioni.

Secondo Alexander Speakman, fondatore di E.v.a. Biosystems, le plastiche biodegradabili esistono, ma sono spesso proibitive e costituiscono solo l'1% circa dell'uso globale di plastica. "La nostra tecnologia -spiega Speakman- funziona con le plastiche esistenti, rendendole abbastanza 'intelligenti' da rompersi quando finiscono dove non dovrebbero essere, come nei nostri oceani o nelle discariche”.

L'urgenza di questa innovazione è sottolineata da statistiche allarmanti: ogni anno entrano negli oceani circa 12 milioni di tonnellate metriche di plastica, pari a più di 100.000 balene blu. L'azienda ha ricevuto 30.000 sterline in contanti e 19.500 sterline di sostegno commerciale da SSE e dalla rete di partner industriali di Converge per sviluppare ulteriormente la sua tecnologia. Inoltre, E.v.a. Biosystems ha vinto il premio IBioIC, che riconosce le soluzioni biotecnologiche innovative che rispondono alle esigenze del mercato, facendo guadagnare all'Università di Edimburgo 20.000 sterline in più.

I Converge Awards hanno riconosciuto anche altri progetti, tra cui Ujamaa Spice, che si concentra sull'approvvigionamento etico nell'industria delle spezie, e SEASAT, che utilizza l'apprendimento automatico per il monitoraggio dell'acquacoltura. Adam Kosterka, direttore esecutivo di Converge, ha sottolineato l'importanza di sostenere gli innovatori come E.V.A. Biosystems: “queste aziende -dottolina Kosterka- non creano solo prodotti, ma danno forma a un futuro più sostenibile".




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