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CLARA MOSCHINI

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McDonald's denuncia all'antitrust i colossi Usa della carne

Tyson Foods, Cargill, Jbs e National Beef accusati di aver formato un cartello

McDonald’s ha avviato una causa contro quattro dei colossi tra i produttori di carne bovina negli Stati Uniti: parliano di Cargill, JBS, National Beef e Tyson Foods. L’accusa è quella di avere costituito un cartello segreto per manipolare i prezzi della carne, violando le leggi antitrust. Più precisamente, secondo la causa depositata presso un tribunale federale di New York, McDonald’s sostiene che dal 2015 i produttori di carne citati abbiano ridotto volutamente l’offerta di bestiame per mantenere alti i prezzi. Avrebbero, di fatto, manipolato il mercato riducendo la capacità produttiva, chiudendo stabilimenti e limitando gli orari operativi. 

Come dicevamo stiamo parlando di 4 giganti della carne americana: insieme, si stima che controllino circa l’80% del mercato della carne bovina negli Stati Uniti. Appunto approfittando di questa posizione dominante, secondo McDonald's , avrebbero influenzato l’intero sistema di approvvigionamento, danneggiando grandi acquirenti, proprio come il re del fast food. Il risultato di questo "cartello" sarebbero stati prezzi della carne gonfiati artificialmente, mentre i costi per gli allevatori sono rimasti stabili o persino diminuiti. McDonald’s, soprattutto, sostiene di aver pagato molto di più per la carne bovina a causa di questa presunta collusione.

La questione attualmente è circoscritta al mercato statunitense ma le ripercussioni potrebbero toccare anche il mercato europeo e anche italiano: la carne bovina, infatti, è uno degli ingredienti chiave nel menu di McDonald’s anche in Italia e il costo crescente delle materie prime potrebbe avere effetti sui prezzi finali dei prodotti anche qui da noi. Secondo dati recenti, l’Italia è uno dei principali mercati europei per McDonald’s, con oltre 600 ristoranti e circa 24.000 dipendent: fluttuazioni nei costi delle materie prime potrebbero incidere sul prezzo dei prodotti anche da noi, dove l’inflazione alimentare ha già toccato livelli preoccupanti nel 2023. 

Detto questo, è chiaro che per McDonald’s, questa causa potrebbe essere anche un rischio: i produttori di carne coinvolti sono partner fondamentali dell’azienda da decenni e una frattura nei rapporti con fornitori strategici come questi potrebbe creare problemi nella gestione della catena di approvvigionamento, sia negli Stati Uniti che in altri mercati come quello italiano. McDonald’s, però , al momento fa orecchie da mercante e continua a difendere la sua posizione, sostenendo di voler garantire un mercato più equo per i consumatori e di proteggere i propri interessi economici.

Fc - 44591

EFA News - European Food Agency
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