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CLARA MOSCHINI

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Friuli-Venezia Giulia: primo agrivoltaico integrato con l'ambiente

Assessore regionale Zannier inaugura sistema alternativo agli impianti a terra

"Siamo di fronte al primo vero impianto agrivoltaico che si caratterizza per la piena integrazione con l'ambiente e le risorse agricole, valorizzandole. È una visione completamente diversa da quella della mera produzione di energia elettrica con impianti fotovoltaici a terra, rispetto ai quali ci sono aspetti paesaggistici e ambientali difficili da accettare". È quanto ha dichiarato l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche Stefano Zannier stamattina a Palazzolo dello Stella dove è stato inaugurato il primo agrivoltaico avanzato del Friuli Venezia Giulia, con un sistema di monitoraggio delle coltivazioni, unico in Europa, e il supporto dell'Intelligenza artificiale.

"I vantaggi di questa tecnologia sono molteplici perché aiuta a migliorare la produzione agricola, con impianti che sono nella piena disponibilità delle imprese agricole e comportano un'integrazione al reddito indispensabile alla sostenibilità economica dell'azienda. Non siamo di fronte a operazioni di acquisto di terreni da parte di fondi finanziari per l'installazione di impianti destinati esclusivamente alla produzione di energia elettrica. Per questo la Regione sostiene queste tecnologie, consapevole che stiamo contribuendo a costruire l'evoluzione della visione agricola del futuro", ha commentato Zannier.

L'impianto di agrivoltaico avanzato è stato installato in un campo dell'azienda agricola Weldan, di proprietà di Walter Bagnarol, ed è il frutto della collaborazione tra l'Agenzia per l'energia (Ape Fvg), l'Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa) nell'ambito del Sissar, il sistema per l'innovazione dell'agricoltura, e con il supporto di Università di Udine, Akren e Cet Electronics.

L'impianto di circa 600 metri quadrati, dalle caratteristiche uniche in Europa, privo di cemento, è posizionato su seminativi, per 250 metri quadrati e su vigneto per circa 350 metri quadrati. Per il titolare dell'azienda la sperimentazione dovrà dare risposta a tre problemi: limitare la peronospora della vite, incrementare e diversificare il reddito agricolo, migliorare l'impatto ambientale.

L'agrivoltaico si distingue dal fotovoltaico a terra poichè si concretizza in un utilizzo duale del suolo agricolo, con pannelli solari installati su strutture sopraelevate che consentono la prosecuzione delle attività agricole sottostanti. Uno degli aspetti sottolineati nel corso della presentazione, infatti, è l'importanza di progettare un impianto agrivoltaico "su misura" che si adatti alle diverse situazioni agrarie, che si integri con le pratiche colturali in uso e con le attrezzature disponibili in azienda.

L'agrivoltaico dimostrativo di Palazzolo è un vero e proprio laboratorio in cui grazie ad una serie di sensori installati sia sotto i pannelli che in campo aperto, si può valutare scientificamente l'impatto dell'agrivoltaico sulle colture. I sensori impiegati rilevano parametri finora considerati quasi inaccessibili. Ad esempio, le cosiddette "foglie elettroniche", oltre alle camere 3D e IA, permettono di osservare in tempo reale come cambiano microclima, crescita e salute della vite sotto i pannelli. Il sistema vitivoltaico in corso di test è il primo passaggio verso l'elettrificazione di alcune attività di coltivazione, come il carico di robot tagliaerba e per trattamenti Uvc.

All'inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, il presidente di Ape Fvg Loreto Mestroni e il sindaco di Palazzolo dello Stella Franco D'Altilia.

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