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CLARA MOSCHINI

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Usa, Corte federale sospende i dazi di Trump: sono illegali

Sentenza choc: la legge "non dà al presidente l'autorità di imporre dazi universali e sostituirsi al legislatore"/Allegato

Battuta da tutte le agenzie di stampa internazionali, viene già definita "notizia choc" l'ultima novità che riguarda il presidente Usa Donald Trump. La US Court of Interntational Trade, la corte federale statunitense per il commercio, infatti, ha bloccato ritenendoli "illegali" i dazi universali definiti reciproci e imposti da Trump ad aprile scorso (leggi notizia EFA News) ed entrati effettivamente in vigore il 3 aprile 2025 in occasione del Liberation Day (leggi notizia EFA News). Una decisione, questa della Corte suprema che ha fatto letteralmente infuriare il presidente Trump con pesanti ripercussioni sulle borse: a Wall Street, infatti, è subito scattato il rally nella nottata con future e dollaro che si sono impennati in scia alla decisione dei giudici.

In dettaglio ecco quanto è successo. I giudici della US Court of Interntational Trade hanno stabilito che la legge invocata dal presidente Trump per imporre i dazi, ossia l'Ieepa, l'International emergency economic powers act del 1977, una legge sulle emergenze economiche, non dà al presidente l'autorità di imporre dazi universali e sostituirsi al legislatore. 

La sentenza della Corte Suprema

Come riportano i giudici nella sentenza di ieri "il Tribunale ritiene che l'Ieepa non autorizzi nessuno degli ordini tariffari mondiali, di ritorsione o di traffico. Gli ordini tariffari mondiale e di rappresaglia superano l'autorità concessa al presidente dall'Ieepa di regolamentare le importazioni mediante tariffe. Poiché la Corte non riscontra una vera e propria controversia in merito ad alcun fatto materiale -prosegue la sentenza-, il giudizio sommario sarà emesso contro gli Stati Uniti. Le Ordinanze tariffarie contestate saranno annullate e il loro funzionamento sarà definitivamente impedito. Se gli ordini tariffari contestati sono illegali nei confronti dei querelanti, sono illegali nei confronti di tutti".

I giudici, insomma, hanno deciso che il "metodo Trump"  va fermato. Hanno dato dieci giorni di tempo per revocare i tre ordini esecutivi: il primo aveva esteso dazi a quasi tutti i Paesi, il secondo prevedeva un incremento per quelli che avevano risposto con contromisure, mentre il terzo mirava a colpire Messico e Canada per motivi legati alla diffusione di sostanze illecite. Tutti e tre sono stati giudicati incompatibili con i limiti imposti dalla legge del 1977. La Corte ha stabilito che nessuno di questi interventi può reggersi sulla legge d’emergenza citata, poiché eccede le prerogative conferite al presidente e non affronta in modo diretto le minacce addotte.

Restano invece in vigore le tariffe introdotte con altri strumenti legislativi, come quelle del 25% su acciaio e alluminio e parte delle misure commerciali contro la Cina.

Le due querele

La decisione è stata presa dai tre giudici sulla base di due distinte cause parallele: una, promossa da piccoli imprenditori sostenuti da un team legale di area conservatrice, cita la Dogana degli Stati Uniti e la Protezione delle frontiere. L’altra causa è stata intentata da 12 Stati democratici convinti che il presidente abbia oltrepassato i confini delle sue attribuzioni: in questa i querelanti citano il Dipartimento Usa della Sicurezza interna. 

"Nei due casi presentati -spiegano i giudici- la questione sottoposta alla Corte è se l'Ieepa, l'International emergency economic powers act del 1977 dà al presidente il potere di imporre dazi illimitati sulle merci provenienti da quasi tutti i paesi del mondo". La Corte, aggiungono i giudici "non interpreta" la Ieepa "come atto che conferisce tale autorità illimitata e quindi sospende i dazi contestati": in questo senso i giudici ritengono che la competenza sul commercio sia del Congresso.

Immediata la reazione della Casa Bianca. Il vice capo dello staff Stephen Miller ha parlato di un "colpo di stato giudiziario": un portavoce ha affermato che "non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare adeguatamente un'emergenza nazionale". L'amministrazione del presidente Trump ha già annunciato che farà appello per capovolgere la decisione dei giudici e non è escluso che il caso possa arrivare Corte Suprema.

Nel frattempo, sottolineano gli esperti, la decisione avrà impatti sui negoziati in corso su più fronti, come quelli con la Cina, e quelli più sofferti con l'UE. L'entrata in vigore dei dazi aggiuntivi annunciati di recente, lo ricordiamo, è stata prorogata di 90 giorni fino al 9 luglio per consentire lo svolgimento dei negoziati (leggi notizia EFA News), ma ora questa delegittimazione influenzerà anche la disponibilità die partner a negoziare. 

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