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CLARA MOSCHINI

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Agricoltura, Istat aggiorna il paniere

Con gli indici del 2024, è avviata la diffusione delle serie degli indici mensili e annuali

L’Istat, con gli indici relativi all’anno 2024, avvia la diffusione delle serie degli indici mensili e annuali nella nuova base 2020=100 dei prezzi dei prodotti acquistati e venduti dagli agricoltori. In occasione dell'aggiornamento della base degli indici, ogni cinque anni l’Istat rivede e aggiorna il paniere di riferimento della rilevazione, le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono al calcolo degli indici dei prezzi dei prodotti agricoli.

Per il ribasamento 2020, il paniere nazionale utilizzato per la costruzione della serie degli indici mantiene i 109 prodotti elementari venduti dagli agricoltori e i 146 prodotti acquistati dagli agricoltori già inseriti nel paniere in base 2015. Sono stati invece aggiornati sia i panieri provinciali sia le strutture di ponderazione. Le Camere di commercio (CCIAA) che partecipano all’indagine sono 54 e rappresentano 78 province (come nella precedente base 2015), garantendo una copertura territoriale del 75,3% in termini di Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Le quotazioni di prezzo che entrano nel calcolo degli indici dei prodotti agricoli sono oltre 6.700 ogni mese.

Confrontando, per gli anni di sovrapposizione (2021-2023), le serie di indicatori in base 2020 con quella in base 2015, si nota come per i prodotti venduti vi sia una quasi completa sovrapposizione dei rispettivi profili tendenziali, con differenze che non vanno oltre 1,5 punti percentuali. Nel caso dei prodotti acquistati, gli indici nella nuova base mostrano una dinamica lievemente più accelerata fino al 2023 e più moderata sul finire dello stesso anno.

I panieri nazionali di riferimento per la costruzione degli indici generali dei prezzi dei prodotti venduti e acquistati dagli agricoltori sono determinati dall’Istat utilizzando la distribuzione del valore della produzione dei prodotti agricoli per i prodotti venduti e la distribuzione del valore della spesa sostenuta dagli agricoltori per l’acquisto dei beni e servizi (consumi intermedi e investimenti) per i prodotti acquistati. In entrambi i casi si usano i dati prodotti nell’ambito dei Conti economici dell’agricoltura (CEA) e si fa riferimento alla media annua del triennio centrato sull’anno base. Per la definizione dei due panieri in base 2020 si è fatto quindi riferimento ai dati del triennio 2019-2021.

Quotazioni di prezzo

Dei 109 prodotti utilizzati per calcolare gli indici dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori, 107 sono oggetto di rilevazione sul territorio attraverso le Camere di commercio, che si occupano anche della rilevazione delle quotazioni per 115 dei 146 prodotti acquistati dagli agricoltori. I prezzi dei prodotti non rilevati dalle Camere di commercio sono acquisiti direttamente dall’Istat. Nel complesso sono 6.735 le quotazioni di prezzo utilizzate ogni mese per stimare gli indici dei prodotti agricoli, di cui 3.578 servono per la stima degli indici dei prodotti acquistati e 3.157 per quelli dei prodotti venduti.

Le regioni che partecipano all’indagine e che rappresentano almeno il 10% delle quotazioni complessive sono l’Emilia-Romagna, il Veneto, la Lombardia e il Piemonte. Le prime due contribuiscono rispettivamente con il 13,69% e l’11,66% delle quotazioni, mentre il Piemonte e la Lombardia con il 10% delle quotazioni.

La struttura di ponderazione

Analizzando in dettaglio le caratteristiche delle nuove strutture di ponderazione, si evidenzia che per gli indici dei prodotti venduti dagli agricoltori, i gruppi di spesa che mostrano un peso relativo superiore al 10% sono nell’ordine: Animali, Ortaggi e piante, Vino, Prodotti da animali e Frutta. L’aumento più elevato in termini di peso rispetto alla base 2015 è quello registrato dalla divisione Prodotti vegetali esclusi frutta e ortaggi (+7,54 p.p.), dovuto principalmente all’aumento del peso del Vino (+13,73, p.p.) e, in misura minore, a quello delle Piante industriali (+0,07 p.p.); diminuisce invece il peso dei Cereali (-2,54 p.p.) e della Frutta (-2,53 p.p.). Si riduce inoltre il peso della divisione Animali e prodotti da animali (-6,38 p.p.).

Per i prodotti acquistati dagli agricoltori, aumenta il peso dei consumi intermedi (+2,61 p.p.) e si riduce quello degli Investimenti (-2,61 p.p.). L’incremento del peso dei consumi intermedi è dovuto principalmente a Mangimi (+7,40 p.p.) e a Energia e Lubrificanti (+1,94 p.p.). Per gli Investimenti il calo è dovuto alla diminuzione del peso dei Beni Strumentali (-2,92 p.p.).

Base territoriale e grado di copertura dell’indagine

Con la base 2020 la copertura complessiva dell’indice, misurata in termini di Superficie Agricola Utilizzata (SAU), è rimasta pressoché invariata rispetto alla precedente base, risultando pari al 75,3%. La copertura è totale in sette regioni (Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Abruzzo e Molise), mentre resta parziale nelle altre, in particolare nelle Marche (55,8 %), in Sicilia (47,4 %) e in Sardegna (49,2%). La Basilicata non partecipa all’indagine, mentre la Valle d’Aosta è stata esclusa dal campione.

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