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CLARA MOSCHINI

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La Svezia ha detto basta alle galline allevate in gabbia

Secondo Animal Equality, pur senza una legge specifica il Paese scandinavo è diventato il primo al mondo cage free

La Svezia ha deciso di dire basta alle galline allevate in gabbia. Lo sostengono gli attivisti di Animal Equality, organizzazione no profit presente anche in Italia e fondata nel 2006, secondo cui la decisione svedese è il "risultato di anni di intensa attività di sensibilizzazione da parte di Project 1882, un’organizzazione svedese che si occupa della protezione degli animali". 

"Attraverso la sensibilizzazione politica, il dialogo con le aziende, le campagne pubbliche e gli sforzi internazionali -sostiene l'organizzazione in un comunicato ufficiale-, è stato possibile raggiungere questo risultato senza l’introduzione di un divieto legislativo, ovvero non c’è stata una legge a vietare l’uso delle gabbie, ma un lavoro costante e lento di transizione verso il cage-free".

Mentre l’Europa attende la proposta della Commissione europea per porre fine alle gabbie in modo graduale in tutti gli allevamenti dell’UE, secondo la richiesta di End the Cage Age, la Svezia è dunque diventata il primo paese al mondo senza più galline allevate in gabbia. A confermarlo, spiega Animal Equality Italia, sono i dati statistici delle autorità regionali e dell’industria raccolti da Project 1882, la principale organizzazione per la tutela degli animali allevati a scopo alimentare in Svezia.

“Dopo 50 anni di attività di sensibilizzazione politica, dialogo con le aziende, campagne pubbliche e sforzi internazionali, il paese scandinavo ha raggiunto questo risultato senza l’introduzione di un divieto legislativo, ma attraverso un lavoro costante e lento di transizione verso il cage-free -spiega l’associazione in un comunicato ufficiale-. Nel 1988, infatti, il parlamento svedese ha vietato l’allevamento in gabbia ma, al termine del periodo di transizione decennale previsto per legge, l’industria delle uova non aveva ancora eliminato le gabbie. Di conseguenza, la legge è stata modificata e l’uso delle gabbie nella produzione di uova è continuato”. 

Dal 2008, però, oltre 85 aziende hanno preso posizioni contro le uova da allevamenti in gabbia e gli impegni aziendali di rivenditori, catene di hotel e ristoranti e quant’altro hanno giocato un ruolo fondamentale nell’eliminazione progressiva delle gabbie dalla produzione di uova in Svezia. Sempre dal 2008, a più di 17 milioni di galline è stata risparmiata da una vita dietro le sbarre. Il fatto che le gabbie siano ora storia passata in Svezia costituisce un potente esempio per il resto dell’Europa, ma senza un divieto legale sull’uso delle gabbie nella produzione di uova, c’è il rischio che qualcuno possa tornare ad utilizzarle". 

"La Svezia ci dimostra che un mondo senza gabbie è possibile -commenta Matteo Cupi, direttore esecutivo Animal Equality Italia-. Questo straordinario risultato, ottenuto senza un divieto di legge ma grazie a un lavoro instancabile di pressione pubblica e cambiamento aziendale, ci ricorda che il potere del cambiamento è nelle nostre mani. Anche in Italia, continueremo a lottare ogni giorno fino a quando nessun animale sarà più costretto a vivere prigioniero. Le gabbie devono diventare un lontano ricordo, ovunque".

Animal Equality è impegnata a sostenere l’Iniziativa dei Cittadini Europei “End the Cage Age”, che dovrebbe portare a un divieto progressivo e totale delle gabbie in tutta l’Unione europea. La proposta legislativa, inizialmente promessa per il 2023, è stata posticipata dalla Commissione europea al 2026.

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EFA News - European Food Agency
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