Filiera soia. Cereal Docks: oltre 18mila agricoltori coinvolti
Fanin (AD): "Opportunità concreta per un’agricoltura sostenibile e un'agroindustria competitiva"

Produzione, trasformazione e impiego energetico al centro di un dibattito in Senato.
Si è svolto ieri, 2 luglio, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, l’incontro “Il valore della filiera della soia”, promosso dal senatore Luca De Carlo, Presidente della 9ª Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato della Repubblica, e Cereal Docks, gruppo industriale italiano leader nella prima trasformazione agroalimentare. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, del mondo agricolo, industriale e distributivo con l’obiettivo di avviare un confronto costruttivo sul ruolo strategico della soia coltivata in Italia, risorsa chiave per la sovranità alimentare ed energetica, la sostenibilità ambientale e la sicurezza degli approvvigionamenti.
L’Italia – primo produttore europeo di soia non-Ogm – ha oggi un’opportunità concreta di consolidare il ruolo della soia come coltura strategica nazionale ed europea, valorizzandone le molteplici applicazioni nei settori agroalimentare, zootecnico, industriale ed energetico. Con una produzione di 1,1 milioni di tonnellate di semi non Ogm e una filiera capace di trasformarne oltre 800.000 tonnellate in farine proteiche da semi nazionali per l’alimentazione animale, il nostro Paese può rafforzare la propria autonomia rispetto a un fabbisogno complessivo che supera i 3,7 milioni di tonnellate.
La filiera della soia italiana genera valore per l'intero sistema: oltre l’80% dei prodotti ottenuti trova applicazione nella zootecnia e la qualità della resa agricola permette di ottenere mangimi nutrizionalmente superiori. Al tempo stesso, la coltura garantisce benefici agronomici – come il miglioramento della fertilità del suolo e la ridotta necessità di input chimici – contribuendo a un'agricoltura più sostenibile e resiliente.
“La soia italiana rappresenta un’opportunità concreta per promuovere un’agricoltura sostenibile e una filiera agroindustriale competitiva. Serve ora una strategia condivisa per consolidarne il ruolo nel sistema Paese. Come Cereal Docks, crediamo fortemente nella collaborazione con il mondo agricolo per dare valore a ogni fase della produzione, dalla semina alla trasformazione. Solo attraverso filiere trasparenti e strutturate possiamo garantire qualità, sicurezza e un giusto riconoscimento al lavoro degli agricoltori. Il nostro impegno è quello di essere partner di filiera e industriali stabili e proattivi, contribuendo allo sviluppo dei territori e dell’intera economia agroalimentare italiana”, ha dichiarato Mauro Fanin, presidente e amministratore delegato di Cereal Docks.
Il valore della filiera si riflette anche sul fronte energetico: il processo di lavorazione del seme produce olio di soia come sottoprodotto, pari al 18-20% della resa, che non ha utilizzi in ambito alimentare ed è destinabile alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli oli vegetali puri (Ovp), come l’olio di soia, rappresentano una fonte flessibile e programmabile per il sistema elettrico nazionale, con un potenziale di riduzione delle emissioni tra il 55% e il 65% e già oggi impiegati per coprire il fabbisogno di quasi 300mila famiglie.
Cereal Docks conferma il proprio impegno nel sostenere una filiera integrata, collaborando con oltre 18mila agricoltori italiani attraverso programmi strutturati che includono ritiro garantito, premialità per chi investe nella qualità e sostenibilità delle colture, supporto agronomico e logistica dedicata. Grazie a strumenti come il Progetto 3A+ – dedicato alla soia in secondo raccolto, tracciata e sostenibile – il Gruppo valorizza pratiche agronomiche “a basse emissioni” come la semina diretta su sodo o con minima lavorazione, promuovendo redditività, tutela del suolo e integrazione delle filiere agroalimentare ed energetica.
Il valore economico complessivo generato dalle filiere attivate da Cereal Docks ammonta a circa 687 milioni di euro, con un moltiplicatore pari a 6,3: per ogni euro di valore aggiunto diretto, se ne generano oltre sei lungo la catena produttiva, ben oltre la media nazionale del settore agroalimentare. Nel 2024, oltre 14.500 fornitori agricoli del Gruppo risultano certificati secondo criteri ambientali e quasi 14.000 secondo standard sociali: numeri che testimoniano un sistema virtuoso orientato alla tracciabilità, alla sostenibilità e alla creazione di valore condiviso.
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