Vino: UE finanzia Sud Africa con 15 mln euro. Dilaga la protesta
Viticoltori francesi sul piede di guerra: "Fondi sottratti a nostri comparti in una fase di grande difficoltà"

Tra agricoltori e Unione Europea la "distensione" è durata lo spazio di qualche mese. Il finanziamento accordato da Bruxelles ai viticoltori sudafricani ha spezzato la fragile tregua, suscitando malumori crescenti, a partire dai produttori francesi.
Tutto nasce da un fondo dell'UE, attuativo di un precedente accordo risalente a 20 anni fa e destinato a promuovere la crescita inclusiva, a sbloccare nuove opportunità di business ed a sostenere lo sviluppo di marchi di proprietà, aziende agricole, istruzione e imprese attraverso la catena del valore del vino e degli alcolici. Un progetto da 15 milioni di euro, destinato a un Paese estraneo all'UE e all'Europa, il Sud Africa, per l'appunto, 7° produttore di vino al mondo, e non certo classificabile tra i Paesi in via di sviluppo in senso stretto.
“Uno dei nostri pilastri strategici", spiega Rico Basson, amministratore delegato di South Africa Wine, organizzazione senza scopo di lucro finalizzata a rafforzare e promuovere la filiera del vino e del brandy in Sud Africa, "è stimolare l’inclusività e la crescita nell’industria vinicola attraverso programmi mirati che sostengono gli agricoltori neri, investono nello sviluppo delle persone e sostengono il commercio etico. Questo finanziamento dell’Ue è un’importante iniezione che aiuterà ad accelerare lo slancio e ad aumentare l’impatto dove è più necessario. Si tratta di creare più opportunità e costruire successo a lungo termine per il nostro settore”. I fondi saranno gestiti dal Dipartimento per l’Agricoltura, la Riforma del territorio e lo Sviluppo rurale, in partenariato con Land Bank (10 milioni di euro) e il Consiglio Nazionale per il Marketing Agricolo (Namc).
Facile immaginare il malcontento dei viticoltori europei, provati negli ultimi due anni dalla peronospora e dai danni del maltempo, che hanno provocato l'"annus horribilis" del 2023, mentre oggi, dopo un 2024 di ripresa, devono vedersela con la nuova ondata di dazi statunitensi e cinesi. Dalla Francia, tradizionale apripista di ogni forma di manifestazione e proteste, arrivano parole più che mai tranchant, da parte dei produttori. “In un momento in cui stiamo vivendo una grave crisi, trovo questa decisione inaccettabile e una vera e propria provocazione per l’industria vinicola europea”, per lo più in un momento in cui la categoria sta chiedendo "crediti di riserva" a sostegno dei viticoltori in crisi, commenta Jérôme Despey, presidente del consiglio specializzato in vino di FranceAgriMer a un giornale di settore transalpino.
"Non c’è una sola regione vitivinicola che non protesti contro questo sussidio per un settore che concorre con il nostro e non è membro dell’Unione", commenta da parte sua Jean-Marie Fabre, presidente des Vignerons Indépendants de France. "Tutto ciò dovrebbe dare alla Commissione l’opportunità di concentrarsi nuovamente sulle azioni per il suo settore, che deve essere aiutato e sostenuto. La Commissione deve essere rimessa al centro dell’Europa”.
EFA News - European Food Agency