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CLARA MOSCHINI

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Istat, pil in rialzo nel primo trimestre ma l'inflazione colpisce il food

Beni alimentari: calano le vendite, aumentano i prezzi (+0,2% a giugno)/Allegato Istat

L’incertezza associata al quadro internazionale è in ulteriore aumento. Agli annunci sulla politica commerciale Usa, soggetti a frequenti aggiornamenti, si somma l’escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Le prospettive di crescita della domanda mondiale, seppur in recupero, a maggio e a giugno sono ancora negative. L’evoluzione dell’attività economica è eterogenea: in moderata espansione in Cina e in flessione negli USA. Nell’area euro è in calo la produzione industriale. Sono queste alcune delle indicazioni rilevate dall'Istat nella Nota sull'andamento dell'economia italiana maggio-giugno 2025 pubblicata oggi. 

L'Italia

in Italia si conferma la crescita del Pil nel primo trimestre, +0,3% in termini congiunturali. A questa dinamica, evidenzia l'Istat, ha contribuito positivamente sia la domanda nazionale al netto delle scorte sia, in misura più contenuta, quella estera, mentre la variazione delle scorte ha fornito un contributo negativo. La variazione acquisita per il 2025 è pari a 0,5%.

Sempre in Italia, l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha segnato a maggio una flessione congiunturale dello 0,7%: a giugno cresce, per il secondo mese consecutivo, la fiducia delle imprese mentre quella dei consumatori, dopo il miglioramento di maggio, torna a diminuire con un calo diffuso a tutte le componenti dell’indice.

Nei primi quattro mesi dell’anno le esportazioni e le importazioni di beni sono aumentate in termini tendenziali rispetto a entrambi i principali mercati: Ue ed Extra Ue. Il mercato del lavoro si mostra ancora solido, con il numero di occupati che a maggio è salito dello 0,3% rispetto ad aprile. Aumenta, in termini congiunturali, la spesa delle famiglie per consumi finali nel primo trimestre, a fronte di un incremento del reddito disponibile lordo. Cresce anche la propensione al risparmio (+0,6%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ha registrato a giugno un aumento tendenziale dell'1,7%, stabile rispetto a maggio e inferiore di due decimi a quello dell’area euro. 

Lieve flessione congiunturale delle vendite al dettaglio a maggio, sia in valore (-0,4%) sia in volume(-0,5%). In particolare, calano le vendite dei beni alimentari (-0,9% in valore e -1,2% in volume), mentre sono stazionarie quelle dei beni non alimentari. Anche considerando il trimestre marzo-maggio, le vendite al dettaglio si confermano in diminuzione, in termini congiunturali, sia in valore (-0,1%) sia in volume(-0,5%), con andamenti differenti per le due componenti: in aumento le vendite dei beni alimentari in valore (+0,4%), mentre diminuiscono quelle in volume (-0,4%); in diminuzione le vendite dei beni non alimentari sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,3% e -0,6%)

L’inflazione al consumo cresce leggermente. La dinamica dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è cresciuta marginalmente in giugno (stima preliminare), risultando pari all’1,7% in termini tendenziali (1,6% in maggio) e allo 0,2% in termini congiunturali (-0,1% nel mese precedente). L’inflazione acquisita a giugno per il 2025 è pari a 1,4%

Continuano a crescere i prezzi dei beni alimentari con un incremento dello 0,2% a giugno (+0,5% a maggio), del 2,2% nei primi sei mesi dell’anno; l’inflazione acquisita per il 2025 pari a 2,9%. In particolare, a giugno sono scesi dello 0,4% i prezzi degli alimentari non lavorati (+0,7% a maggio) , mentre sono aumentati dello 0,6% quelli degli alimentari lavorati (+0,3% nel mese precedente). 

La crescita da inizio d’anno risulta così pari a 1,7% per i prodotti freschi e a 2,5% per quelli lavorati. Accelera l’inflazione del carrello della spesa (beni alimentari e beni per la cura della casa e della persona) che a giugno è pari al 3,1% (dal 2,7% di maggio). Data la diversa composizione dei panieri, con il carrello della spesa che vede un maggior peso percentuale dei beni alimentari (con prezzi in aumento) e non comprende invece i beni energetici (con prezzi in forte riduzione), negli ultimi tre mesi il differenziale tra l’inflazione relativa al carrello della spesa e quella al consumo si è progressivamente ampliato, passando dai 2 decimi di punto in marzo a 1,4 punti percentuali in giugno. Tuttavia, questa tendenza recente rispecchia una dinamica in atto in un arco temporale più ampio: rispetto al livello medio del 2021,il prezzo del carrello della spesa risulta essere cresciuto di quasi il 25%, contro il 17% di aumento registrato dall’indice aggregato dei prezzi al consumo (NIC).

Panorama internazionale

Le prospettive per il commercio mondiale sono ancora negative: l’indice composito globale dei manager degli acquisti (PMI, Purchasing Managers’ Index) per i nuovi ordini all’esportazione, che anticipala dinamica della domanda internazionale, pur se in recupero sia a maggio sia a giugno, è rimasto sotto la soglia di espansione dei 50 punti (48 e 49,1 rispettivamente).

Gli Stati Uniti

Nella prima metà dell’anno, il dollaro ha continuato a deprezzarsi. L’Us dollar index, che misura l’andamento del cambio del dollaro nei confronti di un paniere delle principali valute, ha registrato una decisa diminuzione (da 108,4 a gennaio 96,9 a giugno), segnando un calo di oltre l'11%. Il deprezzamento è stato determinato da un clima di crescente sfiducia nei confronti dell’economia statunitense, dovuto agli annunci (soprattutto di politica commerciale) spesso contraddittori della nuova amministrazione, ai timori di un forte rallentamento dell’economia americana e alla possibile accelerazione dell’inflazione dovuta all’introduzione dei dazi, con conseguente rialzo dei tassi di interesse. Infine, ulteriori pressioni sono legate alla prospettiva di un aumento del debito pubblico, legato ai tagli delle tasse approvati dalla legge di bilancio (i.e. The One, Big,Beautiful Bill)

La Cina

In Cina l’attività economica mostra un moderato dinamismo. A giugno, il PMI manifatturiero cinese è rimasto sotto la soglia di espansione per il terzo mese consecutivo, mentre quello dei servizi si è confermato marginalmente sopra (50,3).

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