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CLARA MOSCHINI

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Credit Agricole sempre più vicina a BPM

Unimpresa: con lo stop a Unicredit francesi avvantaggiati

La rinuncia dell’ops di UniCredit su Banco Bpm ha, di fatto, favorito l’ascesa di Crédit Agricole, oggi primo azionista con il 19% e già pronto a salire al 29% del capitale, avendo già chiesto l'autorizzazione alla Bce (leggi notizia EFA News). È quanto sostiene un’analisi del Centro studi di Unimpresa dopo la rinuncia del gruppo di Piazza Gae Aulenti a salire in Piazza Meda, sede di Bpm, secondo cui la decisione, determinata dalle condizioni imposte con il golden power, ha chiuso la porta a una possibile aggregazione tra soggetti bancari italiani, lasciando invece campo libero a un operatore estero. 

Nonostante Crédit Agricole abbia ribadito di non voler assumere il controllo né i poteri di governance, secondo Unimpresa una partecipazione prossima al 30% implica "una potenziale influenza significativa sulle scelte strategiche e assetti futuri". 

Il decreto del governo Meloni che ha imposto limiti all’operazione UniCredit prevedeva, tra le altre prescrizioni, il mantenimento degli impieghi alle imprese italiane e la conservazione dei Btp nei portafogli di Anima Holding, controllata da Banco Bpm. Resta ora da capire se tali condizioni saranno richieste o applicate anche in presenza di un azionista straniero rafforzato, e quali saranno gli effetti in termini di governance bancaria e stabilità del sistema.

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EFA News - European Food Agency
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