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CLARA MOSCHINI

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Eurozona, (timidi) segnali di ripresa

Indagine flash PMI di S&P Global: a luglio l'indice HCOB Flash Eurozone è salito a 51 da 50,6 di giugno

L'economia europea mostra alcuni timidi segnali di ripresa. Lo confermano i dati dell'indagine flash PMI di luglio di S&P Global che indicano come l'attività delle imprese dell'Eurozona sia aumentata a un ritmo leggermente più sostenuto all'inizio del terzo trimestre, anche se ancora indicativo di una crescita del PIL di appena lo 0,2%. 

Preoccupante è il fatto che parte di questa crescita rifletta probabilmente una spinta temporanea derivante dall'attuale anticipazione dei dazi statunitensi. In assenza di un accordo commerciale tra UE e USA, il 1° agosto si profila una scadenza dopo la quale è previsto un forte aumento delle tariffe statunitensi.

Tuttavia, a fronte di un peggioramento in Francia, la fiducia delle imprese ha continuato a risalire, soprattutto in Germania, il che "fa pensare a un più ampio miglioramento del contesto economico di fondo". Inoltre, dato che l'indice PMI mostra che "le pressioni inflazionistiche continuano a mantenersi a un livello contenuto e coerente con l'obiettivo della banca centrale", l'indagine lascia intendere che ci sia ancora spazio per un'ulteriore riduzione dei tassi di interesse dopo l'estate, qualora la traiettoria di crescita fosse considerata troppo debole.

Secondo i dati provvisori dell'indagine PMI, l'attività delle imprese dell'Eurozona è cresciuta a luglio a un ritmo maggiore, ma ancora lento. L'indice HCOB Flash Eurozone Composite PMI Output, destagionalizzato è salito a 51 a luglio da 50,6 a giugno

Secondo le stime preliminari di S&P Global, l'indice PMI manifatturiero a luglio è salito a 49,8 punti dai precedenti 49,5 punti, risultando superiore ai 49,7 punti attesi dagli analisti. Una soglia che però resta inferiore anche a quella critica di 50 e che denota ancora una contrazione dell'attività.

Si rafforza ancora il PMI dei servizi, che sale a 51,2 punti rispetto ai 50,5 punti precedenti e si confronta con i 50,6 punti attesi. Di conseguenza, il PMI composito si porta a 51 punti dai 50,6 precedenti e sopra i 50,8 attesi.

Fra le maggiori economie europee, la Germania mostra un miglioramento del PMI manifatturiero a 49,2 da 49 punti, contro un consensus di 49,4 punti e un miglioramento del PMI sevizi a 50,1 da 49,7 (sopra il 50 atteso). In Francia, il PMI manifatturiero aumenta a 48,4 da 48,1 (48,5 punti il consensus) e il PMI servizi migliora a 49,7 da 49,6 (era atteso 49,7).

A luglio le pressioni inflazionistiche sono rimaste contenute rispetto agli standard recenti. I prezzi medi praticati per beni e servizi in tutta l'Eurozona sono aumentati solo in misura modesta, con un tasso di inflazione invariato rispetto a giugno e solo leggermente superiore alla media di lungo periodo dell'indagine. I confronti storici indicano che questo indicatore PMI dei prezzi praticati è approssimativamente indicativo di un'inflazione dei prezzi al consumo dell'eurozona che si mantiene al tasso obiettivo del 2% della BCE.

La produzione è aumentata sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi, ma in entrambi i casi l'espansione è stata modesta. I servizi hanno comunque registrato l'espansione più forte da gennaio. L'aumento marginale della produzione nel settore manifatturiero a luglio, che ha segnato il tasso di crescita più basso da marzo, rappresenta un miglioramento rispetto al netto calo registrato all'inizio dell'anno e per tutto il 2024.

"Pare che l'economia dell'eurozona stia riprendendo gradualmente vigore -afferma Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank-. La recessione nel settore manifatturiero sta terminando e l’espansione nel settore dei servizi è risultata a luglio leggermente più rapida. La nostra previsione a brevissimo termine del pil mostra per il terzo trimestre una forte crescita economica. È tuttavia preferibile attendere ulteriori dati prima di dare troppo peso a questa valutazione".

"Per cinque mesi consecutivi, la produzione manifatturiera è timidamente cresciuta -prosegue l'esperto-. La Germania in questo senso sta svolgendo un ruolo fondamentale e, insieme ad altri paesi, ha più che compensato la debolezza della Francia. Tuttavia, affinché il settore manifatturiero dell'eurozona torni a crescere notevolmente nel lungo termine, anche l'industria francese deve ritrovare una stabilità, anche se l'attuale incertezza politica di Parigi è certamente un ostacolo in tal senso".

Fc - 52471

EFA News - European Food Agency
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