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CLARA MOSCHINI

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Libri. Allevamenti bovini sostenibili? Sono già una realtà

Numerose tecniche nutrizionali in grado di ridurre le emissioni di CO2

Il tema è ampiamente trattato nel saggio "A spasso con Lucy. Perché mangiamo come parliamo. Virtù e valore delle proteine animali" (Guerini e Associati, pp. 120) a cura di Pietro Paganini, realizzato in collaborazione con Carola Macagno e in uscita a settembre.

Gli allevamenti bovini sono un problema per l'ambiente o per il clima? La risposta è affermativa solo in determinate condizioni. I progressi della scienza e della ricerca, infatti, offrono strumenti idonei per ribaltare i termini della questione. Possiamo allora affermarlo a chiare lettere: la zootecnia bovina è un ottimo alleato dell'equilibrio ecologico, clima compreso.

Un saggio che - con argomenti fondati - sostiene tale tesi é "A spasso con Lucy. Perché mangiamo come parliamo. Virtù e valore delle proteine animali" (Guerini e Associati, pp. 120) a cura di Pietro Paganini, realizzato in collaborazione con Carola Macagno. Il volume, in uscita nelle librerie a settembre, è stato presentato in anteprima  a Roma lo scorso mese (leggi notizia EFA News) e la nostra agenzia ne ha intervistato l'autore (leggi notizia EFA News).

Come spiegato nel saggio, un primo contributo dei bovini alla salute del pianeta è nella loro capacità, in quanto ruminanti, di trasformare in proteine la cellulosa contenuta nell'erba di cui si cibano attraverso un processo di biofermentazione. I ruminanti, quindi, contribuiscono in modo notevole alla sicurezza alimentare: partendo da soli 600 grammi di proteine potenzialmente utilizzabili dall'uomo, essi riescono a fornire 1 kg di proteine animali ad alta densità nutrizionale. A livello mondiale, l'86% dell'assunzione alimentare degli animali è rappresentato da prodotti non edibili per l'uomo, ad esempio foraggi, residui colturali e vari sottoprodotti o coprodotti dell'industria alimentare.

Quanto al cambiamento climatico, se è vero che i sistemi agricoli e zootecnici sono una fonte di gas serra, è anche vero che gli agroecosistemi sono in grado di assorbire parte delle emissioni con un flusso ciclico regolato da un continuo scambio tra piante, animali e ambiente circostante.

In sintesi, il processo funziona come segue: le piante assorbono CO2 dall'atmosfera tramite la fotosintesi, producendo ossigeno (che respirano), i bovini, grazie al loro sistema digestivo unico, con quattro stomaci e un microbioma complesso, digeriscono la cellulosa, trasformandola in metano. A sua volta, il metano rilasciato nell'atmosfera si decompone in CO2, entro 9-12 anni, tornando disponibile per le piante. Questo ciclo a somma zero garantisce che la quantità di CO2 rilasciata attraverso il metano sia pari a quella assorbita inizialmente dalle piante. Alla luce di ciò, "l'impatto climatico del metano prodotto dal bestiame, si può ridurre sviluppando alimenti più digeribili, migliorando la gestione delle deiezioni e utilizzando tecniche per catturare il metano direttamente nell'atmosfera", si legge nel saggio "A spasso con Lucy".

Questa riduzione dell'impatto ambientale agro-zootecnico non è un auspicio ma una realtà concreta, storicamente dimostrata. Se da un lato, nei principali settori produttivi, le emissioni di CO2 sono rimaste costanti oppure sono aumentate, quelle provenienti dall'agricoltura e dall'allevamento, nel corso del trentennio 1990-2020, sono diminuite del 20%. Ciò dimostra che "l'innovazione permette di produrre una quantità di cibo sempre maggiore, con un incremento limitato degli impatti", osserva Paganini

Gli allevamenti bovini, dunque, pur essendo parte del problema, possono diventare "parte integrante della soluzione". Le emissioni di metano possono allora essere ridotte attraverso "innovazioni gestionali, miglioramento della dieta, uso di additivi o tecniche di allevamento più efficienti. Negli ultimi decenni", viene spiegato nel saggio, "grazie al progresso delle conoscenze nutrizionali e alla selezione di mangimi più efficienti, l'allevamento bovino da carne e da latte ha già ottenuto significativi miglioramenti nella sua carbon footprint, dimostrando che l'innovazione resta la via maestra verso un sistema alimentare più sostenibile".

Un esempio concreto di allevamenti bovini sostenibili di successo è quello della California: nello Stato americano, l'industria lattiero-casearia ha ottenuto, in poco più di un decennio, una riduzione del 22% delle emissioni attraverso lo stoccaggio delle deiezioni in vasconi di accumulo e la conversione del biogas così catturato in combustibili per veicoli. Questo metodo presenta evidenti vantaggi anche sul piano economico, sia grazie all'ottenimento di crediti al carbonio, sia grazie alla vendita del biogas convertito. In alcuni casi, tale vendita rappresenta un aumento del 50% delle entrate dell'allevamento.

Photo gallery Copertina "A spasso con Lucy"
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EFA News - European Food Agency
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