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CLARA MOSCHINI

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Consorzi Agrari: focus sulle filiere

Lelli (ad): "Siamo arrivati anche in Basilicata e puntiamo a crescere ancora"

L’Assemblea di Consorzi Agrari d’Italia ha preso atto del bilancio 2024, che si è chiuso con un utile netto di 4,1 milioni di euro, un risultato positivo ottenuto nonostante un contesto globale ancora instabile, segnato da tensioni geopolitiche, instabilità climatica e condizioni finanziarie complesse. Gianluca Lelli, Amministratore Delegato di CAI ci spiega quali sono stati i driver di questo risultato e quali sono i prossimi passi di CAI.

Avete da poco presentato il bilancio 2024 positivo: quali sono stati i driver che vi hanno consentito questa performance? 

Nonostante uno scenario globale ancora instabile, segnato da grandi tensioni geopolitiche, instabilità climatica e condizioni finanziarie complesse, CAI è stata in grado di cogliere le opportunità di questo contesto e registrare un graduale miglioramento e un incremento del fatturato. Quanto ai driver: CAI è una realtà ancora giovane e ogni anno lavoriamo sul miglioramento di processi ed obiettivi, cercando di trovare “la ricetta” che meglio si adatta ad ognuno dei territori in cui siamo presenti. La capillarità e la presenza sul territorio sono la nostra forza: siamo presenti in 47 province e 12 regioni e abbiamo 21mila soci e oltre 300 presidi sul territorio, gestiamo otto mln di quintali di cereali tutti made in Italy e più di quattro mln di quintali di mangimi, in gran parte utilizzando i contratti di filiera con i nostri agricoltori associati.  La capacità di innovare, di offrire un servizio completo, basato sul valore e la ferma volontà di valorizzare le produzioni nazionali sono gli altri mandati forti che ci siamo dati, e che probabilmente iniziano a premiare il nostro modello di approccio al mercato.

Quali sono le previsioni per il 2025? 

Prevediamo di continuare il nostro percorso di crescita e presidio, rafforzando la nostra presenza sul territorio attraverso l’ingresso di nuovi Consorzi e il miglioramento dei servizi messi a disposizione. Come CAI stiamo investendo in maniera importante sui territori e sui processi: aspetti dirimenti di un’offerta che sia in grado di competere sul mercato garantendo equità e ritorni per le aziende. 

La telenovela dazi quanto sta preoccupando i vostri associati? 

Non avendo voci di esportazione negli Stati Uniti, ad oggi CAI non è direttamente toccata dalla vicenda dazi. Tuttavia, e senza entrare nel merito delle scelte politiche, l’imposizione di dazi e tariffe doganali contribuisce a creare un grave clima di incertezza e preoccupazione che rischia di tradursi in un maggior timore negli agricoltori, rallentando o accelerando le loro scelte e le loro azioni in campo, incidendo talvolta negativamente sulla loro propensione ad investire in nuovi strumenti e tecnologie, in attesa di un ritorno alla normalità. Per quanto difficile è necessario mantenere una buona dose di sangue freddo nell’effettuare le proprie scelte, in attesa e nella speranza che la tensione su scala internazionale si allenti.

Quali misure state studiando per aiutare il settore a superare questa fase, che appare assai complicata? 

Nel corso degli anni abbiamo messo in campo diversi strumenti che vanno in questa direzione e che ci stanno premiando. Tra questi, il deciso investimento nella stipula di “Contratti di filiera” - che includono 20 colture (tra le quali frumento duro e tenero, orzo, mais, soia, farro, girasole energetico colza) – che permettono agli agricoltori di garantirsi una redditività certa e prestabilita e danno la sicurezza del ritiro del prodotto ad un prezzo concordato a priori. 

In questa direzione, CAI ha lanciato nel 2024 l’iniziativa “Cereale Sicuro” che garantisce all’agricoltore il collocamento del prodotto a fine raccolto e il pagamento di tutti i mezzi tecnici utilizzati durante l’annata agraria al termine della raccolta, dopo aver ricevuto il compenso per la vendita del cereale. 

Per mitigare ancora di più gli effetti negativi delle oscillazioni troppo ampie e repentine dei listini, CAI offre anche i contratti di protezione: uno strumento unico in Italia e che prevede due distinte opportunità. Due i principali: il Pdt - Prezzo determinato a termine - e il Pmg - Prezzo minimo garantito. Il primo tipo di contratto consente di fissare un prezzo fisso per la vendita del nuovo raccolto. Al conferimento del raccolto la fatturazione della merce avverrà al prezzo fisso precedentemente stabilito, indipendentemente da quello di mercato del momento. Con il Pmg si fissa un prezzo minimo tutelato a livello contrattuale che conferisce all’imprenditore agricolo la certezza di aver definito un valore sicuro di vendita minimo, a prescindere dalle fluttuazioni del mercato. Allo stesso tempo, l’agricoltore potrà partecipare ad eventuali rialzi dei prezzi di mercato. Si tratta realmente di un unicum nel panorama italiano, che permette di gestire le finanze dell’azienda agricola e di garantire una redditività certa per l’agricoltore.

L'ingresso di nuovi asset è stato uno dei driver di crescita: questa strategia proseguirà anche nel prossimo futuro, e quali sono gli asset che sono destinati a essere coinvolti?

CAI nasce e vive per i territori, con l’obiettivo di valorizzarne le peculiarità e di accompagnare da vicino gli agricoltori sul campo. Nei vari processi che hanno caratterizzato l’ingresso di nuove realtà all’interno del nostro perimetro, l’aspetto più importante – e in alcuni casi delicato – è stato quello di trasmettere tutti i vantaggi che tale ingresso comporta. A giugno siamo approdati anche in Basilicata, inaugurando tre nuovi presìdi a Matera, Montescaglioso (MT) e Melfi. Attraverso questi tre nuovi punti di riferimento, abbiamo consolidato la nostra presenza al Sud offrendo dei vantaggi concreti per gli agricoltori lucani. Stiamo riorganizzando i settori che già fanno parte di CAI e allo stesso tempo stiamo valutando la possibilità di ingresso di vari partner nella compagine sociale. C’è fermento e una “voglia di CAI” a cui dobbiamo cercare di dare risposta in modo equilibrato e sostenibile.

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EFA News - European Food Agency
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