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CLARA MOSCHINI

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Università e impresa alleate nel nome dell'analisi sensoriale

Workshop dell’International Academy of Sensory Analysis a Verona il 24 ottobre

"L’università per l'innovazione, l'impresa per la formazione". È questo il titolo del workshop dell’International Academy of Sensory Analysis che si terrà a Verona il 24 ottobre 2025, al Palazzo della Gran Guardia, nell’ambito di Relazionexpo, la prima fiera delle relazioni. 

Viviamo in un momento in cui molti bisogni delle imprese in termini di innovazione possono essere soddisfatti dall’università e in cui le imprese sono preziose per il ruolo che possono svolgere nella professionalizzazione dei laureati. Più in generale, attraverso le centinaia di academy che hanno creato, gli atenei possono divulgare il sapere nell’ottica che un trasferimento della conoscenza deve essere ibrido (on line e di persona), corale (si impara in comunità) e continuo (ogni giorno si genera nuovo sapere). 

Le accademiche e gli accademici sono quindi chiamati a questo workshop in qualità di relatrici e relatori per rispondere alle domande: quali ricerche che potrebbero essere utili all’innovazione nelle imprese sono in corso? Quali competenze, e a quali condizioni, potrebbero mettere a disposizione delle aziende per aiutarle nel processo di innovazione? Quali convenzioni può stipulare l’Università con le imprese? 

Spiega Eugenio Brentari, Università di Brescia e vicepresidente International Academy of Sensory Analysis: "l’università troppo spesso si chiude nell’autoreferenzialità, parlando un linguaggio distante dalla realtà viva delle persone e dei territori. Eppure, anche quando apre qualche spiraglio verso il mondo produttivo, trova spesso un’impresa assorbita dall’urgenza del fare, distratta, incapace o non disposta a coglierlo. E intanto, le opportunità di crescita reciproca si perdono nel vuoto di questo mancato incontro". 

A loro volta i manager delle aziende sono chiamati a tracciare un panorama che indichi, per quanto la discrezione aziendale lo consenta, i progetti di innovazione in atto, le competenze che l’università potrebbe fornire, i progetti che si potrebbero fare insieme. 

Come sottolinea Gian Paolo Braceschi, ad di Good Senses srl, società italiana specializzata in analisi sensoriale per la ricerca & sviluppo e per il marketing, "innovazione e formazione sono due dimensioni strettamente interconnesse: la prima nasce dalla conoscenza e la seconda ne è veicolo e strumento di diffusione. Allo stesso modo, università e impresa rappresentano due realtà autonome ma complementari, il cui dialogo dovrebbe costituire l’anello di congiunzione capace di generare progresso, promuovere nuove competenze e aggiornare costantemente i saperi. Oggi, tuttavia, questo legame appare fragile o addirittura assente: per rafforzare il sistema economico e sociale del Paese è necessario ricostruire questa alleanza strategica, creando nuove sinergie tra ricerca, formazione e innovazione e aprendo così la strada a percorsi di crescita condivisa e sostenibile". 

Aggiunge Gaia Brunetti, responsabile HR&IT di Mokador, torrefazione attiva da oltre 50 anni e produttrice di macchine per il caffè: "la dimensione e la cultura di un’impresa ne influenzano l’approccio a innovazione, ricerca e sviluppo. Per la nostra realtà, l’innovazione riguarda soprattutto nuovi prodotti, che ci consentano di acquisire nuovi clienti o entrare su nuovi canali. La collaborazione con l’università potrebbe supportarci nelle attività di studio del mercato ed i suoi trend, con attività di ricerca e focus group ed aiutarci a capire le potenzialità dell’AI".

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