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CLARA MOSCHINI

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Partono le trattative per il rinnovo del contratto di agricoltori e florovivaisti

A Palazzo della Valle sede di Confagricoltura si discute del CCNL 2026-2029

Si è aperto oggi, nel rispetto dei tempi previsti, il tavolo delle trattative per il rinnovo del CCNL degli operai agricoli e florovivaisti per il periodo 2026-2029. Trattative che si svolgono, come ogni anno, a Roma a Palazzo Della Valle, sede di Confagricoltura, prima associazione datoriale agricola. 

In Sala Serpieri, insieme al presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, al vicepresidente Sandro Gambuzza e al direttore generale Roberto Caponi, erano presenti tutte le sigle datoriali e sindacali, in rappresentanza delle 180mila aziende agricole italiane assuntrici di circa 1 milione di addetti. 

Numeri che dimostrano l’importanza dell’occupazione agricola nel contesto economico-sociale italiano e che trovano nella contrattazione collettiva lo strumento corretto e irrinunciabile, da portare avanti nel rispetto delle buone relazioni sindacali. Elemento da sempre essenziale per Confagricoltura. 

“Viviamo una fase di cambiamento radicale - ha sottolineato Giansanti in apertura del tavolo - in cui nuove tecnologie, digitalizzazione e intelligenza artificiale stanno ridisegnando il mondo del lavoro, anche nel settore primario. È per questo che Confagricoltura e tutte le parti presenti oggi hanno intenzione di raggiungere un accordo moderno, - ha aggiunto - capace di garantire ai lavoratori una giusta remunerazione e alle imprese la gestione ottimale della propria manodopera”.

Confagricolutra si è anche espressa sull'intesa tra l’Europarlamento, il Consiglio e la Commissione UE relativa all'introduzione della clausola di salvaguardia per il settore del riso. Essa, secondo il comunicato della confederazione, "non protegge i produttori europei da improvvisi e massicci flussi di importazioni e rischia di affossare tutto il comparto".

Confagricoltura commenta così l’esito del Trilogo che, rispetto alla richiesta del settore di avere un meccanismo di protezione attivo alla soglia di 200.000 tonnellate, si è chiuso a 562.000. Un risultato che non tutela il settore dall’abbondante import di riso da Cambogia e Myanmar.

"L’accordo, sebbene rappresenti un passo avanti - si legge nel comunicato - ha inserito una soglia ancora troppo elevata e potenzialmente difficile da attivare, lasciando la vigilanza sul mercato al meccanismo di sorveglianza speciale che impegna la Commissione a monitorare e intervenire in caso di rischio di danno per il mercato agricolo europeo".

La Confederazione, ringraziando comunque i gruppi parlamentari che hanno supportato la proposta iniziale condivisa da Confagricoltura di attivare un automatismo di clausola di salvaguardia, sollecita a continuare la battaglia a difesa del settore. "Ci sono ancora due step in cui è possibile modificare l’intesa - conclude la nota - Il testo deve infatti passare al voto della Commissione per il Commercio Internazionale (INTA) e in plenaria al Parlamento europeo".
 

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EFA News - European Food Agency
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