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CLARA MOSCHINI

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Covid-19: lavoratori dell'alimentare i più apprezzati dopo medici

Lo dice studio di Demopolis

Intanto Filiera Italia chiede di riaprire tutto dal 4 maggio sul modello delle industrie alimentari che lavorano in sicurezza.

"Sono oltre 3 milioni le persone che non hanno mai smesso di lavorare per continuare a portare cibo sulle nostre tavole, dimostrando come sia possibile coniugare produttività, norme di sicurezza e  salute dei lavoratori” dice Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. Non è un caso, quindi, che secondo uno studio Demopolis i lavoratori del settore alimentare siano le figure professionali  più apprezzate dopo medici e infermieri. “ E questo non fa che confermare l’estrema fiducia che il Paese ha nei confronti del nostro settore” afferma il consigliere delegato.

Un modello virtuoso, quello dell’alimentare, tanto che in alcune fabbriche l’incidenza del virus fra i dipendenti è minore di quella media della popolazione nelle stesse province. “Si segua questo modello per le riaperture - dice Scordamaglia - il manifatturiero non può attendere, se non si vuole spalancare la porta a una crisi irreversibile si prendano tutte le precauzioni del caso ma non si vada oltre il 4 maggio e senza alcuna distinzione geografica: quasi il 50% del nostro Pil lo fanno Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia”.

Secondo Filiera Italia, inoltre, rinunciando ad aprire subito si dovrebbero rivedere al rialzo le stime di perdita del Pil. “Prolungando ancora la serrata delle fabbriche il dato del 9% appare utopistico - affermano dalla fondazione - dovremmo considerare un calo del PIL italiano fra il 12% e il 14%, senza contare un crollo dell’export intorno al 10%” . E conclude Scordamaglia “Se in tutto il resto d’Europa si riapre manifatturiero e scuola e si fanno test sierologici a tappeto, mentre in Italia si resta a guardare, perché l'Europa dovrebbe accettare un debito comune per politiche che non vogliamo armonizzare?”.

red - 11472

EFA News - European Food Agency
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