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CLARA MOSCHINI

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Addio a Pasquale Casillo, il re del grano (e del calcio)

Perseguitato ingiustamente, fu al centro di uno dei peggiori casi di malagiustizia italiana

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Nel 1989 Pasquale Casillo gestiva uno dei più importanti gruppi di molitori d'Europa, ma diventò noto al grande pubblico grazie al calcio che lo fece conoscere agli italiani quando prese il controllo della squadra del Foggia in serie C portandolo poi a scalare le classifiche fino a gareggiare in seria A per la zona Uefa, complice l'incredibile exploit dell'allenatore boemo Zdenek Zeman. A 71 anni il “Re del grano” si è arreso alla malattia che lo sfibrava da anni ed è mancato la notte dell'8 settembre a Lucera. La passione per il calcio ha avuto effetti altalenanti (è stato proprietario anche dell'Avellino), ma la sua vita è stata segnata soprattutto da uno dei peggiori casi di malagiustizia avvenuti in Italia. 

Nel 1994 le rivelazioni del pentito di camorra Pasquale Galasso gli valsero l’accusa di associazione camorristica, 11 mesi di carcere e al sequestro di tutte le sue società con conseguente fallimento della capogruppo Casillo Grani snc. Casillo, proclamatosi sempre innocente, invocò un processo per direttissima per dimostrare la sua estraneità, ma verrà prosciolto solo dopo 13 anni al termine di una lunghissima e vergognosa serie di rinvii per competenza tra i tribunali di Napoli, Bari, Roma. 

Come riporta il Sole 24 Ore, negli anni 80 le sue aziende fatturavano oltre 2.300 miliardi di lire, con 2000 dipendenti e 60 società controllate. Dopo l'arresto le sue aziende, affidate a custodi giudiziari, sono finite in malora, con la perdita di centinaia di posti di lavoro. Come da copione, venne arrestato in modo spettacolare, davanti al figlio di nove anni, con l’accusa infamante di associazione mafiosa: il 416 bis. Era il re del grano ed era il presidente del Foggia dei miracoli che in quei giorni si stava giocando addirittura l’ingresso in Europa. Un "trofeo" perfetto per una spasmodica emulazione di Mani Pulite al sud.

La gogna mediatica a cui è stato sottoposto non ha ricevuto nessun ristoro. Un anno fa l'imprenditore si era rivolto al Presidente Mattarella per invocare almeno un risarcimento morale: “Sono Pasquale Casillo, imprenditore italiano attivo nel settore del grano, del calcio e del commercio, salito agli onori della cronaca alla fine degli anni ’80”, scriveva. “La lettera che mi pregio di inviarvi, è stata spedita dalla Confindustria di Foggia, mia città adottiva (era originario di San Giuseppe Vesuviano, ndr), a tutti i loro associati. La invio affinché venga fatta chiarezza una volta per tutte, sulle mie vicende giudiziarie e soprattutto personali. Dopo 20 anni di ingiusta persecuzione subita da parte dello Stato Italiano, tutte le accuse nei miei confronti sono cadute e sono andate in prescrizione, senza che si arrivasse nemmeno ad un solo processo contro di me! Il mio è l’accorato appello di un cittadino italiano, che dopo tanti anni di battaglia, ha visto restituita la sua dignità di uomo, padre ed imprenditore. La mia storia, alla fine, è una storia di riscatto, nonostante tutto”. 

agu - 13281

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