Campagna Assocarni: “Un hamburger vegano non è un hamburger”
Il Parlamento Ue sta decidendo sulla denominazione dei prodotti vegetali sostitutivi della carne

“Nessuno chiamerebbe un hamburger 'insalata di carne' allora perché vogliamo chiamare un prodotto che ha, sì, una lunga lista di ingredienti, ma neppure un grammo di carne, hamburger?” Una domanda provocatoria quella di Luigi Scordamaglia, presidente di Assocarni, ma che riassume la posizione del settore zootecnico italiano e europeo rispetto alla discussione ora in corso a Bruxelles sulla possibilità di usare le denominazioni proprie della carne anche per prodotti veg.
“Un’appropriazione culturale scorretta e pericolosa nei confronti del consumatore" prosegue Scordamaglia. "Chiamare 'bistecca' o 'salsiccia' quello che non lo è, non solo significa usurpare il grande patrimonio di tradizione e know how del settore, ma anche indurre chi acquista a pensare di trovarsi davanti a prodotti equivalenti, anche dal punto di vista nutrizionale, ma così non è”.
“Non si sta mettendo in dubbio il diritto di scegliere un preparato vegano al posto di un hamburger, si sta chiedendo una scelta chiara. No all’abuso delle denominazioni della carne, nel rispetto del consumatore e della trasparenza, valori che non possono essere negoziati a favore del profitto di qualche multinazionale”, conclude il presidente dell'Associazione.
Per sostenere il concetto, Assocarni, in collaborazione con Uniceb, ha lanciato anche una campagna sulla stampa italiana, mettendo a confronto un hamburger di carne vera con uno vegetale: "Nessuno chiamerebbe il primo insalata di manzo, e allora perchè chiamiamo l'altro hamburger vegano"? Secca la conclusione: "Un hamburger vegano non è un hamburger".
EFA News - European Food Agency