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CLARA MOSCHINI

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Corte Ue vieta riproduzione di forma e aspetto delle Dop

Riferita al caso di un formaggio francese, ma importante anche per l'Italia

Sentenza importante della corte di giustizia Ue secondo cui il diritto europeo e in particolare i regolamenti 510/2006 e 1151/2012, vietano la riproduzione della forma o dell’aspetto protetto da una Dop, qualora tale riproduzione possa indurre in errore il consumatore sulla reale origine del prodotto. Verdetto emanato in seguito ad un caso che riguarda la Dop francese “Morbier”. 

Il Morbier è un formaggio prodotto nel massiccio del Giura (Francia) che beneficia di una denominazione d’origine protetta dal 22 dicembre 2000. Esso è caratterizzato dalla presenza di una striscia nera che divide il formaggio in due parti in senso orizzontale. Tale striscia, originariamente ottenuta da uno strato di carbone e ora realizzata con carbone vegetale, è esplicitamente menzionata nella descrizione del prodotto contenuta nel disciplinare collegato alla Dop. La Société Fromagère du Livradois Sas, che produce formaggio Morbier dal 1979, non è situata nella zona geografica a cui è riservata la denominazione. Scaduto un periodo transitorio, essa utilizza pertanto la denominazione "Montboissié du Haut Livradois" per il suo formaggio. Nel 2013, l'associazione per la tutela del formaggio Morbier ha citato in giudizio la Société Fromagère du Livradois, sostenendo che quest'ultima recherebbe danno alla Dop e commetterebbe atti di concorrenza sleale e parassitaria, producendo e commercializzando un formaggio che riprende l’aspetto visivo di quello protetto dalla Dop, in particolare la striscia nera. La sua domanda è stata respinta. Questo il caso che ha condotto la Corte europea alla sentenza in merito alla riproduzione delle Dop. 

"Una sentenza importante per l’Italia che è leader europeo nei prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp e Stg con 311 prodotti riconosciuti e tutelati a livello comunitario)", afferma la Coldiretti in riferimento al provvedimento europeo. Per l'Associazione si tratta di difendere un sistema della #DopEconomy che ha messo segno un valore della produzione di 16,9 miliardi di Euro e un export da 9,5 miliardi di Euro nel 2019 con il contributo di oltre 180.000 operatori secondo i dati Ismea-Qualivita.

L'Associazione sottolinea che l’Italia è anche il paese più colpito dalla falsificazione con un valore di oltre 100 miliardi del cosiddetto italian sounding nel mondo o per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia, per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. Il cosiddetto “Italian sounding” colpisce in misura diversa tutti i prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti. "A differenza di quanto avviene per altri articoli come la moda o la tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono i paesi poveri, ma soprattutto quelli emergenti o i più ricchi a partire proprio dagli Stati Uniti e dall’Australia", sottolinea l'Associazione. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati secondo la Coldiretti ci sono i formaggi partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tuti i continenti. Ma ci sono anche le imitazioni di provolone gorgonzola, pecorino romano, asiago o fontina.

hef - 15624

EFA News - European Food Agency
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