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CLARA MOSCHINI

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Assobirra/2: tutti i numeri della ripartenza

Il settore brassicolo punta con forza anche alla sostenibilità

La produzione di birra nel 2021 ha raggiunto quota 17,6 milioni di ettolitri, superando - anche grazie alle esportazioni - i livelli raggiunti nel 2019 (17,3 milioni di ettolitri) e quelli del 2020 (15,8 milioni di ettolitri). I consumi toccano i 20,8 milioni di ettolitri non ancora a livelli 2019, ma superiori alle cifre del 2020 (18,9 milioni di ettolitri). E' quanto emerso dalla presentazione del rapporto Annuale Assobirra, stamattina a Roma.

Anche l’export ha ripreso quota, con volumi pari a 3,8 milioni di ettolitri, superiori a quelli del 2019 (3,5 milioni) e del 2020 (3,3 milioni) con la conferma del gradimento della birra Made in Italy in Paesi a forte tradizione birraria, come il Regno Unito che accoglie il 46,9% delle birre esportate, gli Stati Uniti (8,6%) e l’Australia (6,4%), un attestato al merito per i livelli di eccellenza raggiunti dalla produzione nostrana. Si segnala, poi, un calo dell’import rispetto al periodo pre pandemico, con 7 milioni di ettolitri nel 2021 verso i 7,4 milioni del 2019. 

Dalla presentazione, che ha visto gli interventi del presidente Alfredo Pratolongo e del vice presidente Federico Sannella, è emerso che in AssoBirra la sostenibilità è una priorità per tutti gli associati, e oggi a maggior ragione è una sfida che si inserisce in un contesto critico e che richiede soluzioni che consentano al comparto di progredire verso una transizione ecologica sostenibile sia dal punto di vista aziendale che ambientale.

 “La transizione ecologica è un pilastro fondamentale della strategia associativa, un terreno sul quale confrontarsi apertamente con tutti i player di settore. AssoBirra pone un focus inequivocabile sull’esigenza di far progredire il comparto verso la transizione ecologica ed energetica richiesta non solo dalla società civile ma, ora, anche dalla congiuntura di mercato. Tematiche che fino a ieri erano per lo più affidate ad azioni di singoli oggi necessitano di un approccio collettivo e collegiale”, ha spiegato Sannella.

Molteplici le aree evidenziate su cui intervenire: dalla riduzione della CO2, alla razionalizzazione dei consumi idrici e l’ottimizzazione della riduzione degli scarti, passando per il packaging. Su quest’ultimo, trovare rapide e congrue soluzioni è imperativo ma tutt’altro che semplice per via degli aumenti dei costi di materie prime ed energia. Il focus è anche sugli interventi sul fronte della produzione agricola, della logistica, della distribuzione e del rapporto con i fornitori.

agu - 25548

EFA News - European Food Agency
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