It does not receive public funding
Editor in chief:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Genova, teglie della farinata ossidate: 6.000 euro di multa

Affibbiate ad una gastronomia per scarse condizioni igieniche; a Merano 4.000 euro di multa per falsa dicitura sul menù

Week end lungo ma non proprio fortunato per La gastronomia Costa di Sestri ponente (Genova) che si è vista appioppare 6.000 Euro di multa per alcune teglie per la farinata ossidate. La squadra della Asl 3 ha riscontrato una serie di mancanze relative alla pulizia e alla manutenzione e attrezzature in scarse condizioni.

La squadra della Asl 3 ha controllato diverse attività della zona, riscontrando nella gastronomia mancanze relative alla pulizia e alla manutenzione e attrezzature in scarse condizioni igieniche.
È stata sospesa l’attività di preparazione delle farinate con le attrezzature ossidate.

La farinata di ceci alla genovese è una torta salata molto bassa dalla crosticina dorata, si realizza con solo 4 ingredienti e ha origini molto antiche: si tratta di, una specialità ligure tipica soprattutto della città di Genova. Realizzata con una pastella a base di farina di ceci, acqua, olio d’oliva e sale, è tradizionalmente cotta nel forno a legna. Gli ingredienti vanno inseriti in un'apposita teglia di rame stagnato, tonda, con un bordo rialzato da 3 cm.

Diversa vicenda, ma analoga nel risultato, quella di un ristorante di Merano, in Trentino Alto Adige, “beccato” dagli agenti del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, incaricati di vigilare sull’utilizzo del prodotto e soprattutto sulla sua denominazione d’origine. Il ristoratore si è visto affibbiare, in questo caso, 4.000 Euro di multa per una falsa dicitura sul menù: quello servito ai tavoli, infatti, non era Parmigiano Reggiano ma Grana Padano.

il ristoratore, come chiarisce l’Unione commercio turismo servizi Alto Adige, non aveva nessuna volontà di frodare, nessuna intenzione ingannevole: ha semplicemente scelto una dicitura che considerava “generica” e che permettesse al cliente di capire meglio di che prodotto si stesse parlando. Una consuetudine diffusa ma decisamente sbagliata: l’utilizzo improprio della dicitura viene sanzionato anche se non vi è intenzione ingannevole e sono previste multe che vanno da 2.000 a 13.000 Euro.

“Sul menù é stato riportato un generico 'parmigiano' -spiega Pietro Perez, segretario della categoria Gastronomia dell’Unione-. Gli agenti del Consorzio sono arrivati nel locale per una verifica e hanno chiesto la bolla di acquisto: questa chiariva che in realtà il formaggio in questione era un 'Grana Padano Dop'. Si parla sempre di prodotti di qualità e appunto di prodotti con denominazione di origine protetta, ma quello non era Parmigiano. L’utilizzo improprio della dicitura viene sanzionato anche se non vi è intenzione ingannevole. Non è stato fatto sicuramente apposta, ma proprio per questo bisogna fare attenzione e lo diciamo anche a tutti i nostri associati -sottolinea Perez-. Purtroppo tantissimi ristoratori usano la parola 'parmigiano' in modo generico. È una consuetudine, ma è sbagliata. Si deve inserire l’esatta dicitura, come 'Grana Padano Dop' oppure utilizzare un generico 'formaggio grattugiato' o 'formaggio stagionato'. Le diciture sui menù devono essere corrette o possono scattare sanzioni importanti”.

Fc - 50931

EFA News - European Food Agency
Related
Similar