Pagamenti digitali. Fipe: "Ridurre costi commissioni, azzerarle per micropagamenti"
Rilievo espresso dai rappresentanti dei pubblici esercizi a seguito della nota diffusa da Banca d'Italia

In merito all’indagine diffusa in data odierna da Banca d’Italia sul costo sociale dei pagamenti in Italia, Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, mette l’accento su alcune questioni di particolare rilievo. Per quanto riguarda il 2022, Banca d'Italia ha stimato costi di 12 miliardi di euro, pari allo 0,61% del Pil, con un risparmio di 0,1 punti percentuali di Pil rispetto alle precedenti indagini sul 2016 (0,73%) e sul 2009 (0,75%).
La prima considerazione espressa dalla Fipe è che "il costo complessivo degli scambi monetari risulta in leggero calo grazie alla crescita dei pagamenti elettronici, la cui quota sul totale delle operazioni di pagamento (circa 26 miliardi di transazioni) è arrivata oramai al 38,4%". La seconda è che "l’Italia, quanto a numero e valore medio delle transazioni con moneta elettronica, è ancora lontana dagli standard europei dove il primo è maggiore e il secondo inferiore. La terza è che per gli esercenti il costo unitario di una transazione in contante (0,23 euro) rimane inferiore a quello delle carte di pagamento (0,28 euro)".
A queste evidenze si aggiunge inoltre un elemento che desta particolare preoccupazione nel mondo degli esercenti, ovvero "la progressiva riduzione dell’uso delle carte di debito (pagobancomat), che hanno costi significativamente più contenuti rispetto alle carte di credito".
“I risultati emersi dall’indagine di Bankitalia evidenziano come sia necessario proseguire sulla strada della crescente riduzione dei costi delle transazioni fino ad azzerare quelli sui micropagamenti, che penalizzano pesantemente le imprese, in particolar modo quelle di piccole dimensioni. Si tratta di un’azione che potrà far bene anche alla diffusione dei pagamenti digitali perché il maggior numero di transazioni che le persone fanno ogni giorno riguardano proprio le piccole spese. Tuttavia ciò di cui si avverte il bisogno è di avere una maggiore trasparenza e comparabilità dei costi per consentire alle imprese, soprattutto alle più piccole, di scegliere più facilmente e con consapevolezza”, ha dichiarato Aldo Mario Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio.
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