Longino & Cardenal ridefinisce le strategie negli Stati Uniti
Chiude la filiale newyorkese mantenendo la presenza sul mercato Usa con la holding. Colpa, anche dei dazi

Non è proprio un fulmine a ciel sereno quello in arrivo da Longino & Cardenal, azienda attiva nella ricerca, selezione e distribuzione di cibi rari e preziosi e punto di riferimento per l’alta ristorazione nazionale ed internazionale. La società ha comunicato, infatti, che "alla luce del mutato scenario economico del mercato statunitense" ha deciso di ridefinire "la propria strategia commerciale tramite la chiusura della filiale operativa newyorkese, mantenendo tuttavia la propria presenza sul mercato americano attraverso la holding Longino & Cardenal USA Corp".
Dicevamo che la notizia non arriva come un fulmine a ciel sereno, visto che proprio ieri il presidente e ceo Riccardo Uleri in un'intervista esclusiva a EFA News, ha anticipato se non la chiusura negli Usa almeno le preoccupazioni riguardo a quel mercato considerato "deludente", un po' "spina nel fianco". Gli Stati uniti, ha detto Uleri, "l'anno scorso hanno chiuso in calo di fatturato e con risultato parecchio negativo. Abbiamo puntato molto sugli usa, abbiamo investito parecchio e pensiamo che potrebbero essere in futuro al centro della nostra espansione: per adesso stiamo incontrando problemi parecchio negativi" (ascolta l'intervista integrale su EFA News).
La decisone di chiudere per il momento con gli Stati Uniti è stata presa, sottolinea il comunicato della società, "alla luce delle difficoltà causate dalle misure adottate in tema di politiche commerciali statunitensi, e dall’incertezza circa il perdurare delle stesse". La scelta operata per la filiale di New York, aggiunge la nota, "permetterà alla società di contenere i costi di struttura e pertanto di salvaguardare le marginalità del perimetro internazionale".
Longino & Cardenal, attraverso la holding, "rimarrà attiva nell’intento di servire il mercato statunitense attraverso forme alternative di collaborazione commerciale, continuando a valorizzare le relazioni con i clienti che nel tempo hanno dimostrato apprezzamento per l’unicità della proposta gastronomica dell’azienda".
“Il perdurare dell’incertezza del contesto economico politico negli Stati Uniti -spiega in dettaglio Uleri- caratterizzato da crescenti complessità nelle importazioni, dall’introduzione dei dazi doganali e da un’elevata incertezza economica, in particolare nelle previsioni sui flussi turistici, ci ha suggerito di ridefinire la nostra strategia commerciale per il mercato statunitense. È una decisione ponderata, che ci consente di concentrare le risorse su scelte strategiche dove vediamo prospettive più solide di crescita e marginalità".
EFA News - European Food Agency