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CLARA MOSCHINI

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Clabo in difficoltà per colpa degli Stati Uniti

La filiale Usa tradisce le aspettative: la capogruppo chiede composizione negoziata della crisi

Clabo, società specialista nel settore delle vetrine espositive professionali per gelaterie, pasticcerie, bar, caffetterie e distribuzione alimentare tradizionale, quotata sul mercato Euronext Growth Milan, ha presentato domanda di accesso "al processo volontario e di natura stragiudiziale della composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa". La richiesta riguarda la sola capogruppo Clabo, "senza alcun coinvolgimento delle società direttamente o indirettamente controllate". L’iniziativa, sottolinea il comunicato della società, "si è resa opportuna al fine di risolvere la temporanea situazione di tensione di tesoreria". 

La società, prosegue la nota, " ha fatto altresì richiesta delle misure protettive del patrimonio sociale ai sensi dell’art. 18 del Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza (CCII) nei confronti di alcune categorie di creditori": l’obiettivo è quello di "garantire la continuità aziendale" anche grazie a un processo più ordinato e controllato della riorganizzazione della struttura complessiva del debito aziendale "con l’obiettivo di aumentare la 'duratio' delle passività finanziarie, erariali, contributive e commerciali, al tempo stesso, garantire tempi di pagamento delle passività correnti nel rispetto delle scadenze contrattuali". 

La società comunica inoltre "di aver conferito mandato di advisor finanziario ad Alvarez & Marsal Italia s.r.l., società leader in Italia nelle operazioni di performance improvement, turnaround e restructuring, per supportare il management aziendale nella redazione di un nuovo Piano Industriale che individui con chiarezza gli obiettivi di crescita e creazione del valore". L’advisor, sottolinea il comunicato ufficiale, "collaborerà, inoltre, a ridisegnare la struttura debitoria della società con lo scopo di renderla pienamente sostenibile nel medio termine per onerosità e termini di rimborso, per poi coordinare 
le negoziazioni della manovra finanziaria con tutti i soggetti coinvolti nella CNC".

La situazione di difficoltà in cui si è venuta a trovare la capogruppo trova conferma "nei dati consuntivi gestionali di vendita del mese di maggio 2025" e negli "ordinativi raccolti nello stesso mese nonché il trend gestionale di inizio giugno": parliamo di un crollo del 15,5% delle vendite nette e del -30,6% nella raccolta ordini rispetto al budget. 

Dati che, come sottolinea la società marchigiana in una nota, "evidenziano un significativo scostamento rispetto alle ipotesi del piano industriale, particolarmente riferibili alla consociata statunitense HMC Enterprises LLC (“HMC”)" che persiste nel suo trend negativo in termini di ordini e fatturato "con un significativo peggioramento nell’ultimo mese rilevato, a causa della diminuzione degli acquisti del suo principale cliente e, più in generale, del contesto macroeconomico attuale del mercato Usa". 

Al 30 aprile 2025 le disponibilità di cassa della società erano pari a 1,4 milioni di Euro: il piano aggiornato ha evidenziato uno “shortfall” di cassa pari a circa 3 milioni di Euro già nell’arco dei prossimi 12 mesi. Alla luce di tutto questo, il consiglio di amministrazione ha deciso di rinviare "a data successiva al 30 giugno 2025" la riapprovazione del bilancio di esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2024. 

“Nelle ultime settimane -spiega il presidente e amministratore delegato di Clabo S.p.a., Pierluigi Bocchini- abbiamo registrato un calo inatteso delle vendite della consociata statunitense HMC, società che avrebbe dovuto garantire un importante contributo al rimborso delle passività finanziarie della capogruppo nel rispetto dei termini contrattuali, con i flussi di cassa attesi dalla sua gestione corrente. Alcune opzioni di valorizzazione di asset aziendali che sono state valutate nel corso degli ultimi mesi, inoltre, scontano il clima di grande incertezza legata alle attuali evoluzioni geopolitiche e macroeconomiche, che ne hanno rallentato la realizzabilità". 

"Abbiamo tempestivamente messo mano ad un nuovo piano industriale che, forte delle buone performance in termini di redditività industriale delle 3 società del gruppo, ci consentirà di recuperare il calo delle vendite della consociata statunitense -aggiunge Bocchini-. Al tempo stesso, preserverà il trend di crescita delle altre due aziende. Siamo convinti della solidità dei fondamentali industriali del gruppo che continua ad avere margini operativi eccellenti. Il problema delle vendite in Usa è temporaneo e recuperabile, ma occorre mettere mano alla 'duration' del nostro debito in carico alla capogruppo, diventato nel tempo troppo oneroso e poco sostenibile a causa dei suoi termini di rimborso troppo brevi. Abbiamo quindi ritenuto che l’apertura di una CNC fosse la scelta più giusta da fare per governare in modo ordinato e trasparente le necessarie negoziazioni finalizzate alla rimodulazione dei termini di rimborso dei finanziamenti e dei piani di rientro erariali e contributivi". 

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