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CLARA MOSCHINI

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Dazi Usa, basta proroghe con l'Ue

Lo ha detto il segretario al Commercio Usa Howard Lutnick: il 1° agosto "è una scadenza vincolante"

Dazi Usa, basta proroghe alla trattativa con l'Europa. È questo il mantra che, nel fine settimana appena trascorso, è emerso con decisione dalle parole del segretario al Commercio americano Howard Lutnick il quale ha assicurato che il primo agosto "è una scadenza vincolante" per i dazi. "Sono fiducioso -ha detto Lutnik- che troveremo una soluzione. Credo che tutti questi Paesi chiave capiranno che è meglio aprire i loro mercati agli Stati Uniti piuttosto che pagare dazi significativi".

Quella che si apre, dunque, sarà una settimana decisiva per le tariffe di Donald Trump all'Ue: nei prossimi 10 giorni l'Europa intensificherà i suoi sforzi per ottenere un'intesa con gli Stati Uniti, convinta che i dazi sarebbero un male per tutti. Allo stesso tempo, però, non vuole farsi illusioni per evitare di trovarsi impreparata se la trattativa con il presidente Usa finisse con una rottura.

Come dicevamo questa è una settimana cruciale per i dazi tra Usa e Ue: la scadenza di venerdì 1° agosto si avvicina e entro quella data bisognerà trovare un accordo con Washington. Secondo indiscrezioni, in Ue è previsto un incontro in questi giorni per formulare un piano di misure in modo da rispondere a un eventuale mancato accordo con gli Stati Uniti: la preferenza, però, sempre secondo indiscrezioni,  sarebbe quella di mantenere aperti i negoziati con Washington per una soluzione prima della scadenza dell'1 agosto.    

L'Ue, lo ricordiamo, ha già approvato potenziali dazi per 21 miliardi di euro pronti a scattare il 6 agosto in risposta alle tariffe sui metalli: sarebbe pronta un'ulteriore lista con ulteriori 72 miliardi di prodotti per rispondere ai dazi reciproci e sulle auto. Tutto questo anche perché un numero crescente di Stati membri vuole l'attivazione dello strumento anti-coercizione.

Quasi tutti, ormai, pensano anche al dopo, alla terza fase, o meglio ancora all'eventuale ricorso al cosiddetto "bazooka", come è stato ribattezzato lo strumento anti-coercizione. Fino a questo momento, se n'è parlato come di una misura estrema, un'ultima chance che, però, resta sul tavolo e che sta dividendo (o rischia di dividere) i 27, schierati tra falchi e colombe. 

I più duri, cioè i Paesi pronti a usarlo, sono i francesi e gli spagnoli, ma anche gli austriaci e i danesi sarebbero d'accordo a rispondere colpo su colpo al tycoon americano: tra le colombe c'è l'Italia attenta al ruolo di interlocutore privilegiato con Washington, e la Germania, tentata dall'asse franco-tedesco oltre alla Polonia e ai Paesi baltici, con l'Ungheria di Viktor Orban schieratissima, vistgo che il premier è, da sempre, avversario di Bruxelles e molto vicino a Trump.

Da Bruxelles trapela la possibilità che i rappresentanti dei 27 possano vedersi tra domani, martedì 22  e mercoledì 23 per fare il punto su come procedere, soprattutto, come dicevamo, per  formulare il piano di misure in caso di mancato accordo con gli Usa. I portavoce della Commissione ribadiscono che tutti sono "profondamente impegnati nei negoziati con gli Stati Uniti per trovare un accordo negoziato e reciprocamente vantaggioso". Team tecnici e politici, dicono dall'Ue, sono pienamente coinvolti, precisando anche che il confronto ai massimi livelli rimarrà costante anche mercoledì e giovedì prossimi, quando la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, volerà in Giappone e in Cina per cercare nuovi partner commerciali. 

"Questa missione in Oriente va di pari passo con i nostri negoziati commerciali con gli Stati Uniti - spiega un portavoce Ue-. Nello stesso tempo, il confronto con gli Usa non ci impedisce di continuare a collaborare con partner che condividono gli stessi ideali, come con l'India, il Regno Unito, il Canada, Australia e ora Giappone. Paesi con cui abbiamo molti valori e sfide in comune, tra cui il commercio, il digitale e la difesa".

Sempre secondo il portavoce Ue, la missione non potrà in nessun modo sviare l'attenzione dal negoziato con Donald Trump. La deadline, dicono, è il 1° agosto e anche dopo i vertici in Giappone e Cina ci sarà un'intera settimana per i colloqui politici.

Fc - 52314

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