Etichette vino: Irlanda ci ripensa e rimanda al 2028
Sollievo dei viticoltori italiani ed europei che auspicano regole armonizzate

La discussa etichettatura irlandese, che prevede gli "health warnings” su tutte le bevande alcoliche, prevista a partire dall'anno prossimo, è stata rinviata al 2028. A darne notizia sono alcune delle principali associazioni di produttori vitivinicoli, a partire dal Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), guidato da Marzia Varvaglione, che accoglie il ritardo come "un’importante opportunità per riallineare gli sforzi normativi con il diritto dell’Ue e i principi del mercato unico”.
“Il rinvio al 2028 della regolamentazione irlandese sull’etichettatura dell’alcol è innegabilmente una buona notizia per le aziende vinicole", aggiunge Varvaglione, "l’introduzione di un avviso sanitario unilaterale e sproporzionato su tutte le bevande alcoliche vendute in Irlanda avrebbe imposto costi e oneri amministrativi significativi, specialmente per i piccoli e medi produttori di vino, minando al contempo l’integrità del mercato unico e del quadro giuridico dell’Ue. Gli obiettivi di salute pubblica devono essere perseguiti in modo giuridicamente valido e coordinato. La frammentazione porta solo a confusione per i consumatori e costi inutili per i produttori”.
“Qualcosa non andava con la misura irlandese fin dall’inizio, ha sollevato seri dubbi riguardo alla sua giustificazione, alla sua proporzionalità e alla sua compatibilità con la legislazione dell’Ue", ha detto Ignacio Sánchez Recarte, segretario Ceev, "questa pausa dovrà essere più di un semplice ritardo, è un’occasione tanto necessaria per ripensare come garantire che i consumatori siano ben informati, salvaguardando al contempo la coerenza legale ed economica del mercato europeo. I produttori di vino e i consumatori meritano regole equilibrate, basate su prove e applicate in modo coerente in tutta l’Ue”, ricorda Sánchez Recarte, con il Ceev che “sottolinea inoltre che regole di etichettatura chiare e armonizzate sono essenziali per mantenere la competitività del settore vinicolo europeo in un ambiente commerciale globale sempre più incerto”.
Positivo anche il riscontro dell'Unione Italiana Vini (Uiv), il cui segretario Paolo Castelletti, ritiene "necessario preservare l’integrità del mercato unico europeo, al riparo dalle singole iniziative degli Stati membri in materia di etichettatura. Una fuga in avanti come nel caso irlandese avrebbe come unica conseguenza quella di complicare l’attività delle imprese e al tempo stesso aumentare i costi di adattamento alle regole dei singoli 27 Paesi”.
Secondo Uiv, l’impostazione del regolamento di Dublino – che originariamente doveva entrare in vigore a maggio del prossimo anno – risulta particolarmente preoccupante per il comparto vinicolo europeo in quanto non tiene conto della distinzione tra consumo e abuso e si pone in contrapposizione con la risoluzione Beca (Beating cancer) del Parlamento europeo del 2022. "La proroga al 2028 consentirà di lavorare a soluzioni armonizzate che evitino di frammentare ulteriormente il mercato unico e, al tempo stesso, di informare il consumatore in maniera intelligente sul consumo moderato di vino, come peraltro già indicato dai deputati europei", conclude la nota di Uiv.
EFA News - European Food Agency