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CLARA MOSCHINI

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Dazi /3. Federvini: "Urge scendere sotto al 15%, optimum è dazio zero"

Ponti: "Continuiamo a lavorare per favorire un dialogo costruttivo con le autorità Usa"

Di fronte all’introduzione di dazi al 15% sui prodotti europei esportati verso gli Stati Uniti (leggi notizia EFA News), Federvini esprime forte preoccupazione per gli impatti che tale misura potrebbe avere su tutto il comparto vitivinicolo, degli spiriti e degli aceti italiani. “Un’ipotesi di dazi al 15% pone una criticità evidente per il comparto", dichiara Giacomo Ponti, presidente di Federvini, "e l’obiettivo condiviso resta arrivare ad una percentuale inferiore, più sostenibile per le nostre imprese, pur avendo presente che l’optimum sarebbe dazio zero. La speranza è che entro il primo agosto si possa avere un ulteriore margine per impostare le nostre relazioni commerciali con un partner fondamentale e un alleato strategico come gli Stati Uniti”.

Federvini sottolinea la necessità di un’intesa trasparente e di lungo periodo, che consenta alle imprese di pianificare con fiducia: “È importante capire", prosegue Ponti, "se esistano spazi per un confronto più approfondito e tecnico, in grado di considerare le specificità dei singoli settori e delle diverse categorie merceologiche. Serve una lettura equilibrata, che eviti generalizzazioni potenzialmente dannose”.

Altro aspetto delicato riguarda le modalità di applicazione: “Il 15% è comunque una percentuale che sposta verso l’alto il dazio ad valorem", precisa Ponti, "ma è essenziale chiarire se si tratti di un’aliquota unica o se andrà ad aggiungersi a dazi già esistenti. In quest’ultimo caso, le conseguenze sarebbero ancora più critiche per la competitività delle nostre esportazioni”.

Federvini continuerà a lavorare in stretta sinergia con i rappresentanti istituzionali italiani ed europei per favorire un dialogo costruttivo con le autorità statunitensi. L’obiettivo è arrivare a una soluzione condivisa che tuteli il valore delle filiere italiane e, allo stesso tempo, preservi una relazione economica solida e reciprocamente vantaggiosa.

“Le trattative devono proseguire", conclude Ponti, "con spirito pragmatico e visione strategica. In gioco non c’è solo un segmento industriale, ma un modello produttivo fondato su qualità, identità e rapporti internazionali costruiti nel tempo”.

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EFA News - European Food Agency
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