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CLARA MOSCHINI

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L'agroalimentare italiano si conferma leader in Europa

Report di Rome business School: con 42,4 mld euro di valore aggiunto e una filiera da 75 mld il made in Italy è davanti a tutti

L’Italia si conferma leader in Europa per valore aggiunto agricolo, con 42,4 miliardi di euro, pari al 18,2% del totale UE, davanti a Francia e Spagna, nonostante riceva meno sussidi pubblici rispetto agli altri grandi Paesi UE: la filiera vale 75 miliardi di euro, inclusi agriturismo ed energie rinnovabili, più di moda, arredo e automotive messi insieme. Le esportazioni hanno superato 70 miliardi di euro (+7,5%), pari all’11% del totale nazionale. Sono queste le prime evidenze del report “Il futuro del settore food made in Italy. Filiera, export e rivoluzione green”, curato da Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca divulgativo di Rome Business School.

A trainare la crescita sono l’espansione del biologico, che coinvolge oltre 92.000 aziende e il 18,7% della superficie agricola nazionale, investimenti record nell’AgriFoodTech (oltre 350 milioni di euro nel 2024), e 887 prodotti certificati DOP, IGP e STG, di cui oltre il 60% destinati all’export, veri ambasciatori della qualità Made in Italy nel mondo.

Per l'autore del report, Valerio Mancini, i numeri da record dell’agroalimentare italiano sono "un buon segnale di resilienza e visione strategica" in un contesto globale segnato da incertezze economiche e climatiche. Anche perché il settore agroalimentare si conferma la prima filiera economica italiana, con un valore che supera di 2,3 volte quello della moda, 4,4 volte quello dell’arredo e design e addirittura 4,5 volte quello dell’automotive. 

Nel 2024 l'agroalimentare ha registrato una crescita del +3,5% in volume rispetto all’anno precedente, trainato soprattutto dai comparti della frutta (+5,4%), degli ortaggi freschi (+3,8%) e del vino (+3,5%). Considerando l’intera filiera, dalla produzione agricola primaria fino all’agriturismo e alle agroenergie, il valore complessivo del comparto raggiunge 75 miliardi di euro, secondo l’Osservatorio Riparte l’Italia.

L’Italia è quindi il primo Paese dell’UE per valore aggiunto agricolo, con una quota pari al 18,2% del totale stimato di 233,6 miliardi di euro. Pur classificandosi terza per volume di produzione (74,6 miliardi di euro), preceduta da Francia (89,4 mld) e Germania (75,5 mld), il nostro Paese si distingue per efficienza e redditività, anche grazie a una contrazione dei costi intermedi del -4,5%. 

L’agricoltura italiana è, inoltre, la meno sussidiata tra i grandi produttori europei, con un rapporto tra sussidi pubblici e valore aggiunto fermo al 12,3%, contro il 24,5% della Francia, il 21,9% della Germania e una media UE del 21,7%. Nel 2024, la spinta all’innovazione è stata rafforzata da oltre 350 milioni di euro di fondi del Pnrr e del piano Transizione 4.0, che hanno favorito l’adozione diffusa di tecnologie avanzate nella filiera: sensori IoT per il monitoraggio ambientale e l’irrigazione intelligente, blockchain per la tracciabilità certificata, automazione di precisione e piattaforme digitali per la gestione aziendale. 

Con più di 1.600 imprese specializzate nella lavorazione e conservazione di frutta e verdura, l’Italia si conferma leader europeo nel comparto agroindustriale, grazie a un ecosistema solido che integra grandi gruppi, pmi, startup, distretti produttivi e poli della ricerca. Un sistema, sottolinea il report, "che non solo genera valore, ma rappresenta anche un motore di coesione territoriale, transizione ecologica e competitività internazionale".

Export agroalimentare: 2024 da primato

Nel 2024 l’agroalimentare italiano ha toccato un nuovo massimo storico, con oltre 70 miliardi di euro di esportazioni, in crescita del +7,5% e pari all’11% dell’export nazionale. I distretti agroalimentari hanno generato 28 miliardi di euro, con un incremento del +7,1%, superiore alla media manifatturiera. "L’Italia -scrivono gli esperti nel report- si conferma uno dei principali player globali dell’agribusiness, grazie a un sistema che unisce qualità e tracciabilità".

Tra i protagonisti della crescita: vini spumanti (+10% in valore), formaggi stagionati come Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+10,1%), olio extravergine (+50%), pasta, prodotti da forno, caffè e ortofrutta, che ha superato 10 miliardi di euro in export. La bilancia commerciale dell’olio è tornata in attivo, grazie all’aumento di volumi e valore. 

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