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CLARA MOSCHINI

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Abbassa le serrande Neat Burger: Lewis Hamilton ai box

In liquidazione la catena vegana del pilota e di Leonardo Di Caprio

Incognita sul futuro dei locali in Italia, gestiti in licenza.

Tanto tuonò che piovve. La catena di cibo vegano Neat Burger di proprietà di due star come Lewis Hamilton, pluricampione mondiale di Formula 1 e attuale pilota Ferrari, e dell'attore Leonardo Di Caprio è stata messa in stato di liquidazione. Secondo i documenti ufficiali, il 22 luglio 2025 i soci hanno deliberato lo scioglimento volontario dell’azienda, affidando la gestione della liquidazione al colosso inglese FRP Advisory, gigante londinese delle law firm da oltre 152 milioni di sterline di ricavi annui. 

Alla data dell'ultimo bilancio Neat Burger deteneva circa 1.279.000 di sterline in asset: la progressiva riduzione di fatturato e il drastico calo di affluenza hanno segnato il periodo più nero della società fondata nel 2019 con l'obiettivo di fornire un’opzione di ristorazione più etica, sostenibile e sana per i consumatori vegani e per chiunque volesse affacciarsi a questo mondo. Un'azienda che sognava l’espansione globale con un valore di mercato di 51 milioni di sterline

All'inizio, è vero, fu un successo, tanto che Neat Burger aveva aperto 8 locali a Londra per poi "espatriare" con locali anche a Milano, in viale Vittorio Veneto, e a New York. Dopodiché sono iniziate le difficoltà, tanto che il punto vendita di New York ha chiuso due estati fa accompagnando di poco tempo la chiusura di siti storici come Camden e Wembley che hanno lascito a casa circa 150 occupati. Adesso arriva la notizia del fallimento, a più o meno tre mesi dall'alert lanciato ad aprile con relativa chiusura dell’ultimo store britannico (leggi notizia EFA News).

La decisione giunge dopo una serie di numeri per nulla confortanti: nel 2022 la catena aveva registrato una perdita di 7,9 milioni di sterline pari a oltre 9,1 milioni di euro. Praticamente il doppio rispetto alla perdita di 3,7 milioni di euro dell’anno precedente. Un calo, quello iniziato nel 2022, dovuto soprattutto al fatto che, secondo recenti analisi di mercato, molti consumatori spingono per opzioni più economiche complice anche la pressione inflazionistica. 

E l'Italia? Ad aprile scorso, subito dopo le notizie delle chiusure (e di un possibile fallimento) la sede italiana si è affrettata a dichiarare con un comunicato: "le dinamiche che hanno portato a tali decisioni riguardano esclusivamente il mercato inglese e si basano su valutazioni e strategie definite a livello locale. Ciò che è accaduto in Inghilterra rimane confinato a quel contesto e non ha alcun impatto diretto sulla presenza o sulle operazioni di Neat Burger in Italia. La distribuzione e lo sviluppo del brand in Italia -prosegue la nota- sono gestiti da una legal entity autonoma, con un management separato e una strategia dedicata ed indipendente. Occorre sottolineare inoltre che attualmente le performance dei ristoranti a marchio Neat Burger in Italia sono molto positive". La nota è del 2 maggio 2025 (leggi notizia EFA News). E adesso?

Fc - 52952

EFA News - European Food Agency
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