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CLARA MOSCHINI

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Formaggi latte crudo: a Belluno altro caso di contaminazione

Non si fermano i contagi tra i minori dopo l'assunzione di formaggio da latte non pastorizzato

Nonostante i numerosi casi tristemente finiti alla ribalta delle cronache, il fenomeno non si placa. Stiamo parlando della sindrome emolitico-uremica (Seu) che si manifesta dopo l'assunzione di formaggi ricavati da latte crudo, ovvero non pastorizzato. Le vittime del morbo sono pressoché tutte di minore età.

L'ultimo episodio ha riguardato un bambino originario di Belluno, ricovato in gravi condizioni a Padova presso il reparto di Nefrologia pediatrica. Al piccolo è stata riscontrata un'insufficienza renale: attualmente il paziente appare in miglioramento, tuttavia è ancora presto per prevedere un decorso e una possibile data di dimissioni. Si tratta del terzo episodio di Seu in provincia di Belluno dall'inizio dell'anno.

Nel frattempo, i tecnici del dipartimento di prevenzione a Belluno hanno prelevato dei campioni di formaggio nei punti vendita dei fornitori dei locali nei quali le famiglie si erano cibate e li hanno inviati all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.

I sintomi della patologia, generata da infezione per Escherichia coli, si sono manifestati alcuni giorni dopo aver mangiato il formaggio. Nei pazienti in tenera età, si scatena spesso l'enterite emorragica, anche dopo l'ingestione di piccole quantità di cibo.

In Italia, sono stati almeno quattro i casi di Seu con esito mortale. A Torino, a settembre 2010, si registrò il decesso di un bambino di due anni, forse per assunzione di latte non bollito. Ben tre morti si sono registrate in Puglia nell'arco di quattro anni 2014, 2017 e 2018. Nei primi due casi, fu confermata l'assunzione di latte non pastorizzato. Nell'estate 2011 si registrarono 22 morti per infezioni da Escherichia coli, di cui 21 solo in Germania e 2263 contagi.

Il piccolo Mattia Maestri, oggi 12enne, è in coma a Padova dal 2017. "Peggiora di settimana in settimana", racconta sconsolato il padre. "Prende 47 farmaci al giorno, ha 40 crisi epilettiche, non ci vede, non ci riconosce; respira e basta. Il primo pensiero dopo questo nuovo caso è stato: andiamo avanti con la strage. Spero che ai genitori del bimbo vada meglio che a noi".

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EFA News - European Food Agency
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