Riso al top nella gestione del rischio.
Ismea: "Quasi tutta la produzione sotto l’ombrello delle polizze agricole"

Il riso si conferma il comparto agricolo che più di ogni altro ha saputo integrare lo strumento assicurativo nella gestione in azienda. I dati della campagna 2024 ne danno una chiara evidenza: con un valore assicurato di 653 milioni di euro (+10,4% rispetto al 2023), che copre pressoché l’intera produzione vendibile, la coltura risicola scala la classifica dei principali prodotti assicurati, posizionandosi al terzo posto, dopo uva da vino e pomodoro da industria, e al primo posto tra i seminativi.
Sono questi i principali risultati dell’analisi presentata oggi nell’ambito dell’incontro “Strumenti e prospettive per la prevenzione e gestione dei rischi nella filiera del riso”, organizzato in occasione di Risò-Festival Internazionale del Riso di Vercelli, con gli interventi di Camillo Zaccarini Bonelli (Ismea, responsabile Direzione Supporto al Piano strategico della PAC), Paola Pietropoli (Direttore Condifesa Vercelli Biella), Vito Prando (Azienda agricola Montonero). I lavori sono stati aperti dal saluto istituzionale del presidente Ismea Livio Proietti e conclusi dalla relazione del direttore generale Ismea Sergio Marchi.
La performance evidenzia la spiccata consapevolezza dei risicoltori nei confronti dei rischi climatici sempre più frequenti e l’elevata propensione ad attivare polizze assicurative agevolate, confermando la centralità del riso nel processo di revisione e consolidamento del sistema nazionale di gestione del rischio.
Dal punto di vista territoriale, le polizze agevolate sul riso si concentrano per la quasi totalità (oltre il 99% in termini di valori assicurati) nel Nord Italia, in particolare nei territori della Pianura Padana su cui insistono i maggiori bacini risicoli nazionali, con Piemonte e Lombardia che esprimono rispettivamente il 55,6% e il 40,8% dei valori assicurati.
Dinamiche positive si registrano anche sul fronte delle superfici coperte da polizze, con una sau (superficie agricola utilizzata) assicurata che nella scorsa campagna ha sfiorato 175 mila ettari, pari al 77% della superficie investita a riso e al 14,5% del totale delle superfici assicurate, in crescita del 6,2% rispetto al 2023.
A fronte di questi numeri, la superficie media assicurata per azienda nel comparto risicolo si attesta a 68,1 ettari, dato superiore alla media generale (20,72 ettari), sintomo della spiccata caratterizzazione imprenditoriale del comparto, ma anche riflesso del graduale processo di accorpamento fondiario che sta caratterizzando il settore. Aspetto, quest’ultimo, confermato dalla dinamica nel numero di aziende assicurate, che nel 2024 scendono a 2.567 (a fronte delle 2.618 del 2023).
Quanto ai costi assicurativi, i premi corrisposti dalle aziende risicole nel 2024 ammontano a 34,2 milioni di euro, con una tariffa media del 5,24% allineata a quella del 2023. Elemento distintivo è l’adesione quasi totale al “Pacchetto C”, che tutela le aziende agricole da avversità ricorrenti come grandine, eccesso di pioggia e vento forte, e che rappresenta oltre il 99% dei valori assicurati nel comparto.
Tra gli strumenti innovativi a supporto della programmazione è stata presentato anche il progetto pilota Catastrophic Events Vulnerability Index (CEVI), sviluppato da Ismea per misurare a livello comunale la vulnerabilità dei territori italiani ai principali eventi climatici estremi (gelo, alluvione, siccità). L ’indice, che sarà pubblicato entro fine anno, combina banche dati meteoclimatiche e produttive per identificare con precisione le aree più esposte, anche per singolo evento o avversità.
"Il riso rappresenta un esempio concreto di come, anche grazie agli strumenti assicurativi messi a disposizione da Ismea, sia possibile garantire alle aziende agricole una protezione efficace contro i rischi climatici sempre più frequenti -spiegano il presidente Livio Proietti e il dg Sergio Marchi-. La risposta del comparto risicolo, con un’adesione molto ampia alle polizze agevolate, dimostra quanto sia sentita l’esigenza di tutelare reddito e investimenti. Ismea continuerà a rafforzare e innovare queste soluzioni, affinché possano rappresentare un modello di riferimento anche per altre filiere strategiche del territorio italiano".
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