It does not receive public funding
Editor in chief:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Buoni pasto, piace la soglia esentasse a 10 euro

Una ricerca di TEHA e Edenred dimostra che l'adeguamento garantirebbe più consumi e più gettito per lo Stato

Non accennano a diminuire critiche e appelli sulla nuova normativa contenuta nel ddl Concorrenza che limita al 5% il tetto delle commissioni che le società che emettono ibuoni pasto per i lavoratori possono applicare a bar, ristoranti e supermercati (leggi notizia EFA News). Questa volta interviene nel dibattito TEHA Group-The european house Ambrosetti che, in una ricerca condotta in collaborazione con Edenred Italia, analizza gli impatti di una misura concreta per i 3,5 milioni di lavoratori che beneficiano dei ticket restaurant. 

La ricerca dimostra la piena sostenibilità per la finanza pubblica, in un contesto di inflazione e consumi in calo, del possibile adeguamento della soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto da 8 a 10 euro: ciò, secondo la ricerca, rappresenta una leva strategica per sostenere il potere d’acquisto del ceto medio e rilanciare l’economia. 

Lo studio dimostra che la misura genera un risultato netto positivo per l'erario: a fronte di un costo per lo Stato, cioè a fronte di un minor gettito stimato tra 75 e 90 milioni di euro, l'aumento dei consumi si tradurrebbe in un maggior gettito IVA compreso tra 170 e 200 milioni di euro, con un beneficio netto finale per le casse dello Stato tra 95 e 110 milioni di euro.

La ricerca analizza gli effetti dell'aumento della soglia per i soli buoni elettronici da 5,29 a 7 euro, introdotto a partire dal 1° luglio 2015: i dati mostrano che, a fronte di un costo complessivo per lo Stato di 58,5 milioni di euro (spalmato tra il 2015 e il 2017), la misura ha stimolato un extra gettito IVA di 248 milioni di euro, con un effetto netto favorevole per la finanza pubblica di 189 milioni di euro. In altre parole, l'intervento ha generato un valore netto superiore di tre volte al suo costo.

Sulla base di questo, lo studio Teha-Edenred proietta anche gli impatti di un aumento graduale e programmato della soglia da 8 a 11 euro nel triennio 2026-2028: le proiezioni indicano un aumento dell'impatto del settore sul pil nazionale, passando dallo 0,75% del 2023 allo 0,94% nel 2028, e un incremento dei posti di lavoro sostenuti, che crescerebbero da 220.000 a 275.000.

"La nostra analisi parte da un dato oggettivo: l'inflazione ha generato un gap importante nella spesa alimentare, una voce di bilancio fondamentale per le famiglie, specialmente per il ceto medio -spiega Lorenzo Tavazzi, senior partner e Board Member di TEHA Group-. Il nostro modello quantifica l'impatto di un potenziamento del buono pasto come risposta a questa criticità, rivelando che un aumento della soglia a 10 euro si tradurrebbe in un beneficio netto per lo Stato compreso tra 95 e 110 milioni di euro. È una misura che, dai dati, mostra un chiaro allineamento tra l’interesse del lavoratore e la sostenibilità della finanza pubblica".

Aggiunge Fabrizio Ruggiero, amministratore delegato di Edenred Italia: "aumentare la soglia di esenzione fiscale del buono pasto è una scelta strategica che genera valore per l'intero ecosistema. Avere un buono pasto da 10 euro, per le imprese significa creare le premesse per investire con più efficacia nelle politiche di welfare, migliorando la capacità di attrarre e trattenere talenti. Per chi lavora, e in particolare per il ceto medio, è un sostegno concreto al potere d’acquisto in un momento segnato dall'inflazione. Per gli esercenti, si traduce in maggiori entrate e in una clientela più ampia"..

Fc - 53748

EFA News - European Food Agency
Related
Similar