It does not receive public funding
Editor in chief:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Giornata Suinicoltura 2025. Psa: impatto psicologico su allevatori da non trascurare

Se ne parlerà alla prossima edizione, alla presenza di esperti del settore

Con l’allentamento delle restrizioni autorizzate nelle province di Pavia, Lodi e Novara e deciso dalla Commissione europea il 17 settembre scorso, le misure messe in atto da poco più di un anno a questa parte dalla struttura Commissariale nella lotta alla Peste Suina Africana (Psa) hanno dimostrato la loro efficacia anche se, come sottolinea sempre il commissario straordinario Giovanni Filippini, non è ancora tempo di abbassare la guardia.
Anche per questo, alla prossima edizione della Giornata della Suinicoltura che si terrà a Modena il 15 ottobre 2025 presso l’Rmh Hotel a partire dalle ore 8.30, organizzata da Expo Consulting srl, tra i vari argomenti in discussione è previsto un aggiornamento sull’andamento epidemiologico della malattia.

I focolai però che hanno colpito diversi allevamenti nelle estati 2023 e 2024 nel Nord-ovest del Paese e la necessità di bloccare la movimentazione dei suini in quelli che, pur indenni, si trovavano nelle zone di restrizione, hanno lasciato negli allevatori un segno indelebile sia emotivo che psicologico.

Un aspetto, quest’ultimo, di cui la Giornata della Suinicoltura si occuperà e che rappresenta per il settore una grande novità di cui però non ci si era ancora e mai occupati.
Emanuela Prato Previde, docente di Psicologia all’Università di Milano, e Luigi Galimberti, presidente dell’Ordine dei medici veterinari di Lodi, saranno gli esperti che tratteranno questo tema tanto delicato quanto importante, avvalendosi dei risultati scaturiti da un questionario totalmente anonimo distribuito e compilato da un campione rappresentativo di allevatori colpiti direttamente e/o indirettamente negli ultimi due anni dalla Psa.

Professoressa Prato Previde, l’ha sorpresa lo slancio e la tempestività con cui gli allevatori hanno risposto al questionario?

“A dire il vero non me l’aspettavo e non in questa misura. Penso che alle persone vada sempre offerta un’opportunità per esprimere le proprie opinioni/problematiche e farsi ascoltare. Questo è un punto di partenza molto positivo che evidenzia l’utilità e l’esigenza degli allevatori di comunicare le difficoltà che incontrano, soprattutto in casi di eventi così importanti e stressanti come lo è stato la Psa”.

Per quale motivo secondo lei l’aspetto emotivo e psicologico di un’emergenza sanitaria che dalla sera alla mattina stravolge la vita di un allevatore e della sua famiglia non viene praticamente mai indagato?

“Gli studi al riguardo sono ancora pochi, soprattutto nel nostro Paese. Mi risulta che gli ambiti aziendali e sanitari da questo punto di vista siano stati privilegiati. La situazione però sta cambiando lentamente ed è una cosa positiva anche perché, come ci suggerisce questa indagine preliminare, lo stress lavoro-correlato negli allevatori in generale ha caratteristiche comuni a quello di altri settori. Anche le conseguenze sono simili e possono includere ansia, depressione, burnout, problemi fisici oltre a un aumento di errori professionali, rendendo fondamentale la valutazione del rischio e la disponibilità di un adeguato supporto”.

Dottor Galimberti, in qualità di veterinario pubblico lei ha assistito a diversi abbattimenti di suini nei giorni in cui la Psa è esplosa negli allevamenti. Qual è stato l’aspetto più difficile che in quei giorni ha dovuto affrontare e/o gestire?

“Il mio ruolo  sovrintendeva a tutte le operazioni previste affinchè si concludessero correttamente nel più breve tempo possibile per chiudere il focolaio, ma con la consapevolezza che comunque non potevano esaurirsi in pochi minuti – afferma Galimberti – Per questo il rispetto delle misure di benessere animale, pur in una situazione tanto drammatica, è stato prioritario ed è stato soprattutto in quei frangenti che sul volto degli allevatori e dalle loro parole ho visto e ascoltato lo sconforto, il malessere e a tratti anche la disperazione”.

Grazie al suo prezioso contributo il questionario che abbiamo elaborato ha raggiunto numerosi allevatori coinvolti dalle conseguenze della Psa: qual è stata la reazione più diffusa che ha riscontrato quando ha sondato la loro disponibilità alla compilazione?

“Un’iniziale sorpresa, senza dubbio, ma soprattutto l’apprezzamento per un’iniziativa che finalmente consentiva loro di parlare e tirar fuori i sentimenti contrastanti che hanno vissuto e stavano comunque vivendo causati della Psa.

lml - 54056

EFA News - European Food Agency
Similar