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CLARA MOSCHINI

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L'espresso: il più amato (e il meno conosciuto) dagli italiani

Rapporto AstraRicerche per Ia Giornata del Caffè

“Per gli italiani il caffè è un prodotto irrinunciabile, fortemente locale: cosa ci sia dietro interessa un po’ meno”, spiega Giuseppe Lavazza, presidente del Comitato Italiano del Caffè.

Il più amato dagli italiani è lui, il caffè, irrinunciabile piacere (e rito) quotidiano, occasione conviviale, pausa corroborante nei ritmi serratissimi delle giornate. Bevanda alla quale è stata dedicata ieri la Giornata Internazionale ad hoc, celebrata dal Comitato Italiano del Caffè di Unione Italiana Food con la ricerca Gli Italiani e il caffècondotto da AstraRicerche e presentata a Roma. 

Realizzato su un campione di 1.000 italiani tra i 18 e i 65 anni, dallo studio emerge inequivocabile la passione italica per i chicchi tostati: confermando che sì, la quasi totalità degli italiani e cioè ben il 97.5% beve più o meno spesso caffè o bevande a base di caffè, con il 71.0% (più di 7 su 10) che lo fa ogni giorno. A non poterne fare  a meno soprattutto le donne, con un 73% di consumo quotidiano, contro il 69% degli uomini. 

Del resto i numeri parlano chiaro: visto che secondo i dati Istat e NielsenIQ elaborati da Unione Italiana Food, nel 2024 nel nostro paese si sono consumate oltre 280mila tonnellate di caffè, contro le 278mila del 2023, con un consumo pro capite (l’80% prevalentemente domestico e un restante 20% fuori casa) salito a 4,8 kg l’anno. 

I paesi di provenienza della materia prima? Soprattutto il Brasile, da dove nel 2024 abbiamo importato, su un totale di 10 milioni di sacchi di caffè verde, quasi 4 milioni di sacchi, seguito dal Vietnam con 2,2 milioni. L’Italia però oltre a consumare trasforma, essendo patria di maestri torrefattori (quasi 1000 aziende): ottime quindi le performance produttive: nel 2024 sono state infatti 430.906 le tonnellate di caffè realizzate, per un valore complessivo di 4.732,9 milioni di Euro e cioè un incremento dell’8,5% rispetto ai 4.363,8 milioni dell’anno precedente.

 Ma come si declina la passione degli italiani per il nero bollente? E quali le modalità di consumo? La ricerca racconta di un’evoluzione delle abitudini: visto che cialde e capsule sono ormai la scelta più diffusa (59,5%), forse a causa dei ritmi di vita sempre più dinamiciseguite dalla moka (55,2%) e dalla macchina espresso automatica (34,4%). Tuttavia la classica moka non perde terreno rispetto al passato e continua ad essere la preferita dal 39% dei 55-65enni, mentre le capsule registrano una flessione rispetto al passato (erano infatti al 65% tra il 2021 e il 2023). A crescere a sorpresa, seppur di poco, le alternative: registrano infatti un +1.7% rispetto al 2023 il caffè solubile, un +1.5% la napoletana,+1.1% l’americana e +1.3% per il caffè turco. 

Adorato, unico e insostituibile è però l’espresso, passione trasversale dell’intera penisola, rimanendo il sistema di preparazione preferito dal 51,6% dei nostri connazionali, con percentuali che crescono con l’età. Amatissimo sia al bar, dove raggiunge un voto medio di 8,06, sia a casa, dove sfiora sempre l’8, è riconosciuto soprattutto come simbolo di convivialità e condivisione: l’83,2% lo associa infatti a un’occasione per stare insieme, l’81,8% alla comodità di una preparazione rapida, il 59% a un piacere economico accessibile a tutti. E in quanto a gusto è il migliore di tutti secondo il 74,3% degli intervistati e il preferito all’estero per il 64,9%. Qualche difetto? L’essere spesso troppo troppo forte e concentrato (38,%). Poco interesse infine per il biologico e gli specialty coffee, per i quali la storia è ancora tutta da scrivere. 

Ma a tanta predilezione non corrisponde un’adeguata conoscenza del prodotto, soprattutto in termini geografici e produttivi, riguarda i quali la conoscenza latita completamente, specie tra i più giovani.

Visto che quasi la metà degli intervistati (44,1%) è convinta che in Italia esistano coltivazioni di caffè, a cui si aggiunge un 20,5% di chi pensa che siano addirittura coltivazioni rilevanti. Convinzione che sale al 42% tra i 18-24enni. Ma non basta Riguardo la provenienza il Brasile è riconosciuto come primo produttore mondiale (72%), il 56% cita correttamente anche la Colombia tra i principali produttori, ma Vietnam e Indonesia (rispettivamente secondo e quarta al mondo per volumi) sono segnalati solo dal 10,6% e dall’8,9%. 

Semibuio assoluto su forma e colore della materia prima: solo quattro italiani su dieci (40,5%) sanno che i chicchi prima della tostatura sono verdi o gialli, mentre la maggioranza li immagina già marroni o neri. Il 53,8% è a conoscenza siano contenuti in frutti: ma, incredibilmente,  quasi uno su dieci è convinto nascano sottoterra. Scarsa la conoscenza anche delle varietà: perché se quasi tutti sanno cosa sia l’Arabica (90,4%), la Robusta è nota solo al 56,7%, mentre Liberica e Excelsa restano sotto il 15%. 

Anche la tradizione italiana nella torrefazione  è percepita in modo differente. Il 71,3% riconosce all’Italia una lunga storia nel settore: ma la percentuale scende al 61% ancora una volta tra i 18-24enni. Anche il concetto stesso di “arte della torrefazione” non è chiaro a tutti: solo tre su quattro sanno che consiste nella tostatura accurata e nella scelata di tempi e delle temperature, mentre poco più del 70% la collega anche alla creazione delle miscele.

Emerge quindi dal rapporto è la storia di un grande amore d’istinto privo però delle conoscenze basilari.

“Per gli italiani il caffè è un prodotto irrinunciabile, fortemente locale: cosa ci sia dietro interessa un po’ meno”, spiega Giuseppe Lavazza, presidente del Comitato Italiano del Caffè. “Ci appaghiamo di conoscerne il sapore e il gusto, fidandoci dei nostri mastri torrefattori e dei nostri baristi. Non a caso, benchè coltivato all’estero, il caffè ha un DNA tutto italiano: la prima macchina per l’espresso fu inventata a Torino nel 1884 e via via perfezionata nel tempo. Il futuro del caffè? Decisamente roseo: perché nonostante sia un prodotto antico è al tempo stesso molto contemporaneo, capace di conquistare il mondo, come sta avvendendo oggi in Cina. Ci sarà sempre più bisogno di caffè e sempre migliore. Perché è un prodotto globale ma anche flessibile, capace di adattarsi ad infinite occasioni di consumo e di parlare a popolazioni molto diverse tra loro”.

Photo gallery Giornata internazionale del caffè, presentazione rapporto AstraRicerche a Roma, 1/10/2025 Giornata internazionale del caffè, presentazione rapporto AstraRicerche a Roma, 1/10/2025 Giornata internazionale del caffè, presentazione rapporto AstraRicerche a Roma, 1/10/2025
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