La Bce preoccupata per i prezzi alimentari
Pane, burro e cioccolato rilevanti per la politica monetaria perché incidono sull'inflazione

La Bce è preoccupata per i prodotti alimentari dell'Unione europea. Una serie di fattori combinati sottolineano l’importanza di seguire da vicino l’andamento dei prezzi dei prodotti alimentari, rendendoli particolarmente rilevanti nelle attuali analisi della Bce. Lo conferma il report intitolato "Quando i generi alimentari pesano: il ruolo dei prezzi dei prodotti alimentari nell'inflazione nell'area dell'euro", curato da tre analisti (Elena Bobeica, Gerrit Koester e Christiane Nickel) e reso pubblico nel blog della Banca centrale.
Perché i prezzi del pane, del burro e del cioccolato sono rilevanti per la politica monetaria?
Per tre fattori:
- In primo luogo, sottolinea il report, "a differenza di molti altri beni, il consumo di prodotti alimentari è una necessità e rappresenta una quota consistente del paniere di consumo dell’IPCA, l'Indice dei prezzi al consumo armonizzato". Le ricerche e le analisi della BCE indicano che le famiglie prestano particolare attenzione alle variazioni dei prezzi del "carrello della spesa": di conseguenza, questi prezzi hanno un’importanza fondamentale per le percezioni e le aspettative di inflazione, che sono fondamentali per garantire la stabilità dei prezzi nell’area dell’euro;
- in secondo luogo, ogni volta che i prezzi dei beni essenziali aumentano, le famiglie più povere ne risentono in modo sproporzionato. Poiché le famiglie a basso reddito dipendono fortemente dai salari, "tassi di inflazione effettivi elevati possono anche alimentare richieste salariali che spingono ulteriormente al rialzo l’inflazione attraverso i cosiddetti effetti di secondo impatto";
- in terzo luogo, l’andamento dei prezzi dei generi alimentari aiuta a comprendere l’influenza delle forze di lungo periodo sull’inflazione.
Inflazione nel carrello della spesa
Passando ai dati reali, secondo il report, l’inflazione è diminuita notevolmente nell’area dell’euro, passando da un picco del 10,6% nell’ottobre 2022 al 2% registrato di recente. Allo stesso tempo, i salari sono aumentati. Nel complesso, dunque, la situazione è migliorata ma, sottolinea il report, "quando le persone vanno al supermercato molte di loro si sentono più povere rispetto a prima dell’impennata dell’inflazione che ha seguito la pandemia". Una su tre teme di non potersi permettere il cibo che vorrebbe acquistare". E non si tratta solo di una sensazione: "i prezzi dei prodotti alimentari rimangono ostinatamente elevati, superiori di un terzo rispetto a prima della pandemia".
Il peso degli alimentari nell'area euro
Sempre seguendo le indicazioni del report, "il peso attribuito ai prodotti alimentari nell’area dell’euro è pari a circa il 20%, più del doppio di quello attribuito all’energia: gli ultimi dati, relativi ad agosto 2025, mostrano che l’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari è attualmente la più elevata tra le quattro categorie dell’IPCA, attestandosi al 3,2%".
Dall’introduzione dell’euro nel 1999, i prezzi dei prodotti alimentari hanno registrato un aumento leggermente superiore rispetto agli altri prezzi ma il divario che si è creato dal 2022 è "eccezionale e persistente": i prezzi della carne bovina, avicola e suina, ad esempio, sono ora superiori di oltre il 30% rispetto alla fine del 2019. Nel frattempo, i prezzi del latte sono aumentati di circa il 40% e quelli del burro di circa il 50% rispetto ai livelli pre-pandemia. I prezzi del caffè, dell’olio d’oliva, del cacao e del cioccolato sono aumentati ancora di più. Nei paesi dell’area dell’euro, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari dalla fine del 2019 varia dal 20% di Cipro al 57% dell’Estonia: l'Italia è vicina a Cipro con un rialzo del 28%.
Motivi? Guerra, redditi e clima
I motivi di questi squilibri sono parecchi, secondo la Bce. La guerra, in primis. "L’ingiustificata guerra della Russia contro l’Ucraina" che ha causato un forte aumento del costo dell’energia (in particolare del gas) e dei fertilizzanti" determinando "un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nell’intera area dell’euro nel periodo 2021-23". Un altro fattore è il cambiamento climatico che "ha svolto un ruolo importante nel determinare un nuovo aumento dell’inflazione dei prodotti alimentari".
Ma l’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari è influenzata anche dall’aumento dei redditi, in particolare nei mercati emergenti, che ha incrementato la domanda di materie prime agricole, esercitando una pressione al rialzo sui prezzi dei prodotti alimentari in tutto il mondo.
E poi c'è il cambiamento climatico che, avverte la Bce, sta emergendo come un altro fattore chiave: eventi meteorologici estremi, come siccità e inondazioni, stanno diventando più frequenti e possono compromettere gravemente le catene di approvvigionamento alimentare.
Ad esempio, le prolungate siccità nel sud della Spagna nel 2022 e nel 2023 hanno portato a un forte aumento dei prezzi dell'olio d'oliva, mentre i prezzi del caffè e del cacao sono aumentati a seguito delle condizioni meteorologiche avverse in paesi esportatori chiave come il Ghana e la Costa d'Avorio.
EFA News - European Food Agency