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CLARA MOSCHINI

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Quattro imprenditori nei guai per false etichette

Commercializzavano prodotti scaduti o prossimi alla scadenza, anche di noti

Quattro imprenditori de Piemonte sono finiti nei guai a causa di etichette false a cibi scaduti pronti a essere rivenduti sul mercato. I quattro, secondo gli inquirenti, avrebbero creato un’organizzazione in grado di commercializzare prodotti alimentari già scaduti o prossimi alla scadenza : addirittura l'attività criminosa si sarebbe spinta fino alla contraffazione di marchi come San Pellegrino, Coca Cola, Lindt. Le merci, una volta debitamente "taroccate" venivano reimmesse nel mercato grazie a etichette o confezioni contraffatte.

I 4 piccoli imprenditori coinvolti nell’inchiesta conclusa dai carabinieri del Nas di Torino e dai finanzieri di Novara, coordinati da Europol, sono accusati del reato di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e alla contraffazione alimentare.

Nel corso delle indagini gli investigatori hanno perquisito 14 edifici fra abitazioni private e negozi in sei province di Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna. Fondamentale il coordinamento e lo scambio di informazioni realizzato da Europol, grazie al quale si è potuto apprendere che molti di questi prodotti avevano già raggiunto scaffali in Germania, Francia e Lituania.

La procura di Novara ha chiesto il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare è fissata a fine ottobre. Un quinto indagato, socio e gestore di un’azienda agricola di Vespolate, ha già definito la sua posizione separatamente.

Le indagini sono partite nel marzo del 2022 da una rivendita alimentare della Bassa Novarese quando i Nas hanno sequestrato diversi chili di prodotti dolciari ritenuti potenzialmente pericolosi: sprovvisti di documentazione e riportavano una data di scadenza contraffatta. 

Dopo questa prima indagine, i Nas hanno deciso di effettuare accertamenti più approfonditi: è emerso che i prodotti sequestrati provenivano da un’azienda di commercio all’ingrosso, quella del Lipari, nei cui confronti è stata avviata un’attività di monitoraggio, anche attraverso le intercettazioni.

Nell’indagine si è poi inserita anche la Guardia di finanza, che ha passato in rassegna fatture e documentazioni. E così gli investigatori hanno ricostruito in modo dettagliato i continuativi rapporti finanziari fra gli indagati e il volume economico delle attività illecite: i Nas e la Guardia di Finanza hanno messo i sigilli a diverse tonnellate di alimenti, per un valore approssimativo di 1 milione di euro, già rietichettati e pronti alla vendita nonostante fossero scaduti.

Fc - 54338

EFA News - European Food Agency
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