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CLARA MOSCHINI

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Peste Suina in Italia, quadro in miglioramento

Alla Giornata della Suinicoltura soddisfazione per i risultati del contenimento, ma l’allerta va mantenuta alta

Si è conclusa con una grande partecipazione di operatori del settore l’8a edizione della Giornata della Suinicoltura organizzata da Expo Consulting oggi a Modena. Tema principale non poteva che essere l’aggiornamento sulla diffusione della Peste Suina Africana che tanto, in questi anni, ha condizionato i mercati e l'attrattività del comparto per gli allevatori. Spazio è stato dedicato anche al supporto che l’intelligenza artificiale può dare al miglioramento del benessere animale, alla introduzione della digitalizzazione negli allevamenti e alla mangimistica.

L’evoluzione del quadro epidemiologico della PSA in Italia e in Europa nel 2025 è positiva, anche se la situazione non consente di abbassare l’attenzione. Se in Germania, infatti, i casi domestici sono sporadici, la scorsa estate c’è stata una recrudescenza della malattia nei paesi baltici e in Croazia sono stati rilevati dei casi sia su animali selvatici che domestici in un’area finora non coinvolta. Per quanto riguarda l’Italia, Luigi Ruocco, direttore Ufficio 3 Sanità animale presso il Ministero della Salute, ha descritto una situazione nazionale in significativo miglioramento. Sono diminuiti i casi in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, ma il nuovo focolaio nella zona di Carrara ha portato per contiguità territoriale a estendere le zone sottoposte a restrizione ad alcuni comuni dell'alto appennino modenese, al confine con la Garfagnana. Più sotto controllo la situazione al Sud con la Calabria liberata dall’epidemia e la Campania con una diffusione molto circoscritta.

“I risultati ottenuti indicano il successo delle strategie di contenimento – ha affermato Ruocco – dal contenimento degli spostamenti dei cinghiali, alla sorveglianza degli allevamenti per mappare la distribuzione della malattia, al rispetto delle pratiche di biosicurezza e della zona filtro da parte degli allevatori”.

Strategie di contenimento fondamentali e, ad oggi, uniche reali armi contro la PSA dato che la scoperta di un vaccino sembra richiedere ancora tempo.

I risvolti economici sul comparto dovuti alla malattia sono stati illustrati da Gabriele Canali, direttore di Crefis: “La persistenza dell’epidemia nel nostro paese ha determinato un significativo calo dei capi e, di conseguenza, una minore disponibilità della materia prima. Sono perciò diminuite le disponibilità di prosciutti freschi destinati alle dop e l’incremento delle quotazioni delle cosce non hanno compensato le flessioni a volume. La diffusione della PSA, da un lato, e la minore disponibilità di prodotti tutelati, dall’altro, hanno inciso negativamente anche sulle esportazioni con blocchi di mercati come Giappone e Sud Corea e una minore offerta di prodotti a denominazione”.

Oltre ai vari interventi dedicati alla Peste suina e alle conseguenze economiche e psicologiche che ha comportato per gli allevatori e l’intera filiera, si è parlato di allevamento e di come efficientarne la gestione attraverso il supporto della digitalizzazione, come ha spiegato il prof. Giuseppe Pulina dell'Università di Sassari e presidente di Carni Sostenibili, che è intervenuto sul tema "Suinicoltura 4.0: un'alleanza tra intelligenza naturae e artificiale per il benessere animale".  Come poi ha spiegato Francesco Chiarotto di MSD Animal Health, la tecnologia digitale consente il monitoraggio personalizzato dei singoli capi e l’intervento tempestivo e mirato dell’operatore con intuibili conseguenze positive sulla salute e il benessere animale dell’intera porcilaia e la riduzione dell’uso generalizzato dei farmaci. Anche sul fronte della mangimistica l’obiettivo ultimo, ma non immediato è di andare verso una personalizzazione della razione, ma per cominciare Michele Carra, vicepresidente di Assalzoo, ha posto l’attenzione su come, con una corretta strategia di utilizzo del mangime, si incrementano redditività, salute degli animali e qualità del prodotto finale.

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