Allarme filiera bovina italiana: necessaria l'autosufficienza
Preoccupa il blocco francese dell'export: urgente rilanciare la zootecnia nazionale
AGCI Agroalimentare, l'Associazione generale delle cooperative italiane, esprime "forte preoccupazione" per le conseguenze che la sospensione delle esportazioni di bovini decisa dalla Francia, a seguito della diffusione della dermatite nodulare bovina, potrà determinare sull’intera filiera zootecnica italiana.
L’Italia, infatti, sottolinea Agci in un comunicato, importa circa l’80% dei vitelli da ingrasso, in larga parte provenienti proprio dalla Francia. "Tale dipendenza strutturale rende il settore nazionale estremamente vulnerabile alle fluttuazioni dei mercati e ai provvedimenti sanitari adottati da altri Paesi".
La sospensione delle forniture rischia di creare, già dalla prossima primavera, un significativo calo dei capi destinati alla macellazione, aggravando una situazione in cui la produzione interna copre appena il 50% del fabbisogno nazionale di carne bovina.
"È necessario -spiega Alessio Ciaccasassi responsabile settore Agroalimentare Agci- promuovere misure strutturali di programmazione, incentivi all’allevamento nazionale e strumenti di cooperazione tra imprese, finalizzati ad aumentare il grado di autosufficienza produttiva e la resilienza del sistema bovino italiano.In questo contesto, l’urgenza di attuare politiche di medio-lungo periodo orientate al rafforzamento della filiera nazionale, attraverso il sostegno e la valorizzazione delle razze autoctone italiane da carne (Chianina, Romagnola, Marchigiana, Piemontese e altre) che rappresentano un presidio di qualità, sostenibilità e tutela della biodiversità zootecnica”.
Agci Agroalimentare, conclude la nota, "ribadisce la disponibilità del mondo cooperativo ad individuare soluzioni condivise che tutelino il lavoro degli allevatori, la continuità produttiva e la sicurezza alimentare del Paese".
EFA News - European Food Agency